Sesso
Sesso

Come scovare i punti G (e i punti Z)

Parlarne con il partner, dire con chiarezza cosa ci piace e cosa no. Poi, entrare in contatto con il vissuto affettivo del corpo. Ecco come scoprire insieme le zone di piacere (e fastidio).

Parlarne con il partner, dire con chiarezza cosa ci piace e cosa no. Poi, entrare in contatto con il vissuto affettivo del corpo. Ecco come scoprire insieme le zone di piacere (e fastidio).

Nel sesso c’è un punto fermo attorno a cui il piacere ruota: si chiama punto G. Si dice che nell’uomo sia nella prostata, mentre che nella donna si trovi a metà strada tra l’“ingresso” e la parte posteriore della vagina. Se la questione del punto G fosse così “oggettiva” e “impeccabilmente scientifica”, nessuno dei due sessi dovrebbe incontrare difficoltà a raggiungere il piacere.

Eppure, a volte, questo “punto G” si cerca ma non si trova

Probabilmente, per quanto uomini e donne siano “sessualmente” diversi per chiare questioni fisiologiche, la questione del piacere non è così scientifica come si dice. Ognuno lo raggiunge a proprio modo, nella sua zona di riferimento.

Perché non parlare, poi, anche dei punti “Z”, ovvero di quelle parti del corpo che, se stimolate, ci danno fastidio anziché eccitarci?

Il fastidio, così come il piacere, nasce dall’esperienza emotiva, corporea e psicologica della persona: entrambi gli aspetti sono importanti.

E’ innegabile che il corpo di ognuno incorpori la storia della sua vita affettiva.

Se desideriamo davvero dare piacere all’altro, il primo passo da fare è entrare nella sua storia: ascoltarla, comprenderla e, con delicatezza, provare a restarci in contatto. Un altro passo importante, oltre al conoscere e amare l’altro, è condividere con chiarezza “ciò che sessualmente ci piace” e “ciò che sessualmente ci infastidisce”.

Con nostra sorpresa potremmo anche scoprire che un “punto” del corpo, che un tempo ci era indifferente, se toccato dal partner ci stimola benessere ed è fonte di godimento.

Scovare i punti G e i punti Z vuol dire mettersi in gioco insieme all’altro, intrecciando le proprie storie corporee e affettive. Per scoprire che il piacere non è poi così un mistero, come si suole credere.

Foto @ Piotr Marcinski