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Storia del bikini: gli anni '70 e l'arrivo del tanga

Dopo la promozione del bikini da parte delle star del cinema direttamente sul grande schermo, i due pezzi si fecero sempre più esigui, fino ad arrivare al ridottissimo indumento la cui paternità è ancora contesa.

Dopo la promozione del bikini da parte delle star del cinema direttamente sul grande schermo, i due pezzi si fecero sempre più esigui, fino ad arrivare al ridottissimo indumento la cui paternità è ancora contesa.

I "vestiti da bagno" dei primi anni del '900 sono separati dai costumi da bagno degli anni '70 da tanti anni, tanti sforzi per raggiungere la libertà sessuale necessaria per indossare un indumento che negli anni '50 fu definito peccaminoso, e tanti centimetri, persi per strada sotto le sapienti forbici di stilisti e innovatori.

Fra questi c'erano anche Frederick Mellinger e Rose di Primo, i due presunti inventori del tanga che ancora oggi si contendono il merito di aver inventato un indumento presto diventato un cult: il tanga.

Secondo Cosmopolitan ciò che definisce un tanga è l'altezza della striscia/filo/cordoncino dello slip che va a circondare i fianchi. Se questo rispetta l'altezza massima di 1 cm, allora state indossando un autentico tanga. Inoltre, la differenza tra un normale bikini e un tanga sta nella quantità di tessuto impiegata per i due pezzi (molto poca), ma si gioca essenzialmente sullo slip. Mentre la parte anteriore è leggermente più coprente, quella posteriore lascia molto poco all'immaginazione.

Ufficialmente la storia del bikini attribuisce a Frederick Mellinger l'invenzione di questa mutandina minimalista simile allo slip. Nel 1981 Mellinger, padre anche del push up, lanciò l'indumento nel mondo della moda attraverso il marchio di moda internazionale Frederick's of Hollywood.

Il nome tanga deriva dalla parola usata dalle tribù del Brasile settentrionale per definire un tipico ornamento, ancora oggi usato da alcuni abitanti alla foce del Rio delle Amazzoni. Tuttavia il tanga "primitivo" era costituito da una placchetta di ceramica a forma triangolare tenuta sospesa da una cordicella passante per due fori praticati lungo la base, quindi il fianco dell'indumento è praticamente inesistente.

Ma secondo la storia non ufficiale del costume da bagno, ad inventare il tanga fu Rose di Primo, modella brasiliana di origine italiana, che negli anni '70 indossò un costume ridotto "ai minimi termini" durante una festa in spiaggia. Questo fece sì che tutti gli occhi fossero puntati su di lei e nel firo di pochi giorni l'innovativo slip si diffondesse a macchia d'olio su tutte le spiagge di Rio de Janeiro, prima di approdare - dieci anni dopo - in California.

A prescindere da chi ha davvero inventato il tanga, questo indumento ha riscosso un incredibile successo in tutto il mondo, sia come capo di lingerie sia come costume da bagno. Viene spesso confuso con il perizoma, che presenta una parte posteriore molto più sottile del tanga, tanto da poter essere confuso con un semplice cordoncino. Il tanga invece ha un lato b un po' più corposo - parliamo sempre di millimetri eh - che non lasciano tutto il sedere scoperto. In più, rispetto al perizoma, che ha una struttura quasi inesistente, il tanga ha persino un lato a, anche se molto sgambato.

Ai nostri giorni il tanga non è stato completamente stato sdoganato e provoca ancora scandalo. Ad esempio, nel film "Il Cigno Nero", Natalie Portman indossava un tanga. Per sfuggire alle maglie della censura, all'attrice è stato aggiunto uno slip in post produzione.

A tutt'oggi in Brasile il tanga è una vera istituzione, tanto da dare luogo alla gara delle ballerine per il Carnevale, che si affrontano a colpi di centimetri. Nel 2008 la ballerina e modella brasiliana Viviane Castro aveva indossato un mini tanga di soli 4 centimetri, entrando così nel Guinness dei primati, ma ottenne anche una sanzione per violazione della pubblica decenza. Solo un anno dopo Dani Sperle riuscì a superare Castro, indossando un tanga di soli 3 cm.

Che sia intimo o slip da bagno, il tanga ormai è stato declinato dai designer in molti modi e fantasie. Abbinato a babydoll o creato in versioni animalier o decorato con paillettes, è un accessorio che si è guadagnato a buon diritto un posto nel guardaroba di tutte le donne.