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Alluvione in Sardegna: le cause del dissesto idrogeologico nel nostro paese

Il dramma dell'alluvione in Sardegna è solo l’ennesima testimonianza di come nel nostro paese manchi una seria politica di prevenzione del dissesto idrogeologico.

Il dramma dell'alluvione in Sardegna è solo l’ennesima testimonianza di come nel nostro paese manchi una seria politica di prevenzione del dissesto idrogeologico.

Anche se l’alluvione avvenuta in Sardegna non era prevedibile, molto si sarebbe potuto fare per tutelare i cittadini e le loro abitazioni mettendo in atto una seria politica di prevenzione del dissesto idrogeologico.

Ogni anno nel nostro paese, durante la stagione piovosa, si registrano nuovi e drammatici casi di frane, smottamenti e purtroppo morti: è il fenomeno del dissesto idrogeologico

Per dissesto idrogeologico s’intende quell'insieme dei fenomeni distruttivi dovuti alla forte degradazione ed erosione del suolo: certi tipi di terreno, come quelli argillosi, durante particolari condizioni meteorologiche come appunto le alluvioni, s’impregnano d'acqua al punto che la massa di terreno superficiale comincia a muoversi sotto l'azione del proprio peso travolgendo tutto ciò che incontra lungo il proprio percorso.

In Italia le dimensioni di questo fenomeno sono preoccupanti e i dati lo confermano: negli ultimi 80 anni le alluvioni sono stati ben 5.400, le frane 11.000, mentre le persone coinvolte 70.000 e oltre 30.000 i miliardi di danni spesi negli ultimi 20 anni.

Secondo un recente rapporto del Corpo forestale dello Stato, in linea con l'ultimo studio di Legambiente, realizzato insieme alla Protezione civile, sono 6.600, cioè l'82% del totale, i Comuni italiani che si trovano in aree ad elevato rischio idrogeologico.

Nell’arco di dieci anni l'area dei territori colpiti da alluvioni e frane è raddoppiata, passando da una media annuale di quattro regioni a otto e la cosa è tanto più grave se si pensa che proprio in queste zone continuano ad essere costruite abitazioni, industrie, hotel, negozi, scuole e ospedali.

Tra le cause imputabili vi è il fatto che manca una seria politica di prevenzione e manutenzione: la classe dirigente continua a non provvedere per tempo a mettere in atto tutte le opere necessarie ad evitare eventi legati al dissesto idrogeologico.

Si preferisce investire milioni di euro in opere edilizie piuttosto che pianificare in modo ragionato l’urbanizzazione del territorio

Le sciagure a cui ormai periodicamente assistiamo sono dovute dunque all'azione irresponsabile dell'uomo, all’abbandono e al degrado dei piccoli borghi, alla cementificazione selvaggia, all’abusivismo incontrollato e al disboscamento delle aree arboree.

E pensare che sarebbero sufficienti circa 4 miliardi di euro per mettere in sicurezza il paese con un’adeguata pianificazione e manutenzione del territorio.

Foto © federicofoto - Fotolia.com

Tipsby Dea

Le regioni più a rischio

In Italia le regioni ad alto rischio idrogeologico sono la Campania, la Calabria, il Piemonte, la Sicilia e la Liguria.