Vivere eco
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La città giardino eco-sostenibile di Heidelberg

Da vecchio deposito ferroviario a villaggio passivo più grande al mondo: è il campus verde di Heidelberg e sarà pronto nel 2017. 

Da vecchio deposito ferroviario a villaggio passivo più grande al mondo: è il campus verde di Heidelberg e sarà pronto nel 2017. 

Nel sud-ovest della Germania, a Bahnstadt, sulle rive del fiume Neckar, per il 2017 è prevista l’apertura del villaggio passivo più grande al mondo: il campus verde di Heidelberg, interamente alimentato da energie rinnovabili.

Quello che era un vecchio terminal di treni merci è stato convertito in un eco-campus all’avanguardia di 6 mila metri quadri grazie all’ambizioso progetto dello studio tedesco Frey Architekten, fondato da Wolfgang Frey.

Sono oltre 162 gli appartamenti di tipo passivo che costituiscono l’intero campus: abitazioni ricoperte di pannelli verdi e giardini pensili che conservano in modo efficiente l'energia e non necessitano di un sistema di riscaldamento.

Gli appartamenti forniscono un isolamento naturale: trattengono il calore in inverno e garantiscono un effetto di raffreddamento in estate grazie ai giardini pensili e al verde verticale. Le facciate delle abitazioni fungono da depuratori d'aria perché assorbono anidride carbonica e impurità e rilasciano ossigeno.

Alle pareti esterne è stato infatti applicato uno strato di vernice Titanoxid che è capace di imitare il processo chimico della fotosintesi sfruttando i raggi solari e l’umidità presente nell’aria: trasforma gli inquinanti in innocui nitrati e rilascia ossigeno.

Inoltre la presenza di pannelli solari posti in facciata e in copertura garantisce
autonomia energetica alle case: ogni abitazione avrà bisogno di massimo 15 kWh/m2 annui di energia.

Per il progetto sono stati investiti ben due miliardi di euro e Heidelberg Village funzionerà proprio come comunità multigenerazionale: sono previsti due blocchi di appartamenti, dal monolocale all’abitazione per famiglie numerose, per soddisfare le esigenze dei residenti e i bisogni particolari di anziani e disabili.

Foto Inhabitat