Viaggi
Viaggi

Alla ricerca del Vermentino di Gallura

Un profumato vino bianco tra granito, nuraghi e Costa Smeralda

Un profumato vino bianco tra granito, nuraghi e Costa Smeralda

La punta settentrionale della Sardegna è terra di forti contrasti: sul mare località turistiche eleganti e alla moda come Porto Rotondo o Santa Teresa di Gallura, nell’entroterra luoghi selvaggi e appartati, come il massiccio del Limbara, dove domina il granito. Questa è la Gallura, una terra particolare dove il vitigno del vermentino ha trovato il luogo ideale per crescere, tanto da dare un vino che nel 1996 ha meritato la Denominazione di Origine Controllata e Garantita, unico nella regione.

Il territorio di produzione si estende per 2800 ettari ed è compreso nei comuni di Olbia, Santa Teresa di Gallura, Tempio Pausania, Castelsardo, Golfo Aranci, Arzachena, Luogosanto, Aggius, Viddalba, Santa Maria Coghinas, Sedini, Tergu, Bulzi, Perfugas, Luras, Oschiri, Berchidda, Monti. Il vermentino non è un vitigno ‘indigeno’: giunse alla fine dell’Ottocento, attraverso la Corsica, proveniente dalla Spagna. Il disciplinare detta le regole: è un vino prodotto almeno per il 95% con vitigno di vermentino, di colore giallo paglierino, con riflessi appena verdognoli, sapore alcolico, morbido, con un retrogusto leggermente amarognolo, un bouquet fruttato e floreale, che ricorda il profumo dei fiori di campo. La gradazione alcolica minima è 12 gradi; si abbina perfettamente a pesci, crostacei, primi piatti delicati, e va servito a una temperatura di 6-8 °C. Il nome forse deriva da ‘fermento’, a indicare il particolare sapore ‘pizzichino’ e pungente che il vino esprime quando è giovane.

La strada del Vermentino di Gallura è nata di recente, nel giugno del 2011, e riunisce le eccellenze enogastronomiche della regione. Il suo percorso si divide tra le località mondane più famose della costa e quelle vinicole dell’entroterra. Geograficamente la Gallura è limitata nel suo lembo meridionale dal massiccio del Limbara e del Nieddu, e dal basso corso del fiume Coghinas. Sul mare si affaccia sul golfo dell’Asinara, con coste frastagliate e incise da profonde insenature. Il territorio, aspro e accidentato, è costituito da una serie di dorsali granitiche, le sierre, che digradano dal Limbara sino al mare. La costa si distingue per i colori straordinari; da qui il nome Costa Smeralda. Il granito rende i terreni molto acidi; questa peculiarità, unita a un clima caratterizzato da forti escursioni termiche tra il giorno e la notte e scarse precipitazioni piovose vanno a comporre quello che i francesi chiamano terroir e rendono ogni vino unico in base alla zona in cui viene prodotto.

Il viaggio alla scoperta del mondo del vermentino inizia da Olbia, che dai Greci veniva chiamata ‘città felice’. Oggi ha una notevole importanza perché con il suo aeroporto è divenuta accesso principale per la Costa Smeralda. Nei dintorni si contano numerose testimonianze del passato: la tomba dei Giganti di Su Monte de S’Aba e il pozzo sacro Sa Tesa, il nuraghe Riu Mulinu. Tra le vestigia romane, le terme e l’acquedotto, l’unico rimasto intatto nell’isola. Chi è interessato ad approfondire il passato della città può visitare il Museo Archeologico, situato sull’isolotto di Peddone. Altra tappa interessante è Tempio Pausania: si trova ai piedi del Limbara ed è centro di lavorazione per il granito e il sughero. Dalle sorgenti del Rinaggiu sgorgano delle acque oligominerali dalle ottime proprietà curative.

A Sedini, invece, nella regione dell’Anglona, è sede di una caratteristica domus de janas. Si tratta di una ‘casa’ ricavata nella roccia, nel centro del paese, che custodisce al suo interno i vari utilizzi che ha avuto nel corso dei secoli: al piano inferiore una tomba neolitica (3200-2800 a.C.), carcere nel Medioevo, abitazione e bottega in periodi più recenti. Tanti oggetti esposti raccontano la storia del luogo e i lavori tradizionali dei suoi abitanti.

Torniamo sulla costa a Castelsardo: come dice il nome, si erge come una roccaforte sul mare, conservando ancora i bastioni, le strette stradine e le ripide scale. Le maioliche colorate del campanile di Santa Maria delle Grazie brillano al sole, accanto al duecentesco castello dei Doria che ospita il singolare Museo dell’Intreccio Mediterraneo, dedicato a oggetti intrecciati (canestri, crivelli, setacci ecc.) provenienti da tutto il bacinio del Mediterraneo. E per gli amanti del windsurf non resta che spostarsi a Lu Bagnu, Punta La Capra e Punta Li Paddimi per spettacolari corse sulle onde. 

www.stradavermentinogallura.it