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Badalisc, creatura dei boschi

Pettegolezzi in Valsaviore la vigilia dell'Epifania

Pettegolezzi in Valsaviore la vigilia dell'Epifania

Non è una novità che i boschi nascondano mostri o figure misteriose; ma quello che vive vicino ad Andrista, una frazione di Cevo, in Valsaviore, è decisamente una figura singolare. Si chiama Badalisc, è alto, coperto di pelli di capra, ha due piccole corna, una grossa testa con due occhi rossi che si illuminano e una bocca smisurata che sbatte rumorosamente. Ogni anno, la sera del 5 gennaio, parte la caccia. Infatti pare che il Badalisc infastidisca la comunità, quindi la vigilia dell'Epifania gli abitanti di Andrista vanno a catturarlo; lo portano in paese legato con una fune,  scortato da musicisti e personaggi travestiti che rappresentano in modo burlesco le varie componenti del mondo della società tradizionale. Come il Nonno, la Nonna, lo Sposo e la Sposa, più la cosiddetta Signorina, da cui il Badalisc è attratto. Ci sono anche delle streghe e altre figure, impersonate tutte da uomini, perché, come era uso nei tempi antichi, alle donne era proibito partecipare alle rappresentazioni. Giunti nella piazza, siccome il mostro non può parlare, ha bisogno di un interprete ed è questo che legge il suo discorso (la 'ntifunada), nel quale si raccontano vizi, peccati e pettegolezzi sui paesani, senza però accusare direttamente i peccatori. Il tutto finisce con una grande mangiata, quindi il Badalisc può tornare nel bosco. In questa occasione, infatti, si possono gustare cibi preparati appositamente, come una speciale polenta.

Questa figura ha sicuramente origini pagane: assomiglia ad altri mostri che popolano le notti invernali sulle Alpi, come i krampus che fanno la loro apparizione in dicembre, insieme a san Nicolò. Il discorso del Badalisc, la 'ntifunada, si richiama invece a un'altra usanza, quella delle Bosinade; si tratta di composizioni satiriche, diffuse già nel Cinquecento in molte regioni dell'arco alpino e dell'Italia del nord in generale, che avevano lo scopo di rivelare peccati e brutte azioni all'interno della comunità, e che facevano parte dei riti purificatori del Capodanno. Che abbia invece una qualche connessione con il basilisco, mitico drago dallo sguardo inceneritore, è molto dubbio. Pare invece che il suo aspetto richiami le figure mitiche che si trovano nelle migliaia di incisioni sulle rocce della Valcamonica, di cui la Valsaviore è una valle laterale; qui è possibile percorrere un sentiero etrusco-celtico con tracce della presenza e del passaggio di questi misteriosi popoli. Inoltre qui i miti pagani che narravano di creature metà uomo metà animale che si nascondevano nei boschi sono rimasti vivi a lungo.

La Valcamonica si estende nella parte orientale delle Prealpi Lombarde per circa 80 chilometri. È fiancheggiata da elevati rilievi montuosi, fra i quali il massiccio dell'Adamello-Presanella. Sul versante sinistro si aprono la val Malga e la val Saviore, su quello destro la Val Grande, la valle del Mortirolo, la val di Corteno, la val Paisco e la val di Scalve. La parte superiore della valle, che si estende fino a Edolo, ha carattere decisamente montano con vasti pascoli e fitti boschi di abeti. L'importanza della Valcamonica dal punto di vista preistorico è dovuta alle migliaia d'incisioni rupestri rappresentanti costruzioni, animali, guerrieri, cacciatori, arnesi, oltre che segni di probabile significato rituale. Le zone di maggior concentrazione sono a Cemno, a Capo di Ponte (dove, in località Naquane, ha sede il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri), a Darfo e a Luine, anche se le incisioni si ritrovano in tutta la zona fino a oltre i 1000 m.

Andrista è una frazione del comune di Cevo, paese che si trova a circa 1000 metri di altitudine. Le prime notizie risalgono al Trecento. La parrocchiale di San Vigilio, cinquecentesca, conserva al suo interno opere interessanti. La chiesa romanica di San Sisto (XII secolo) conserva il campanile a bifore originario. Nelle vicinanze è Saviore dell'Adamello, ubicato a 1200 metri di quota, con la parrocchiale di San Giovanni Battista e la chiesa di Sant'Antonio, dove si possono ammirare affreschi di scuola bresciana del XV-XVI secolo. Il territorio del paese è compreso nel Parco Regionale dell’Adamello. Gli altri due centri abitati della valle sono Cedegolo, nelle cui vicinanze si trovano il lago d'Arno e la valle Adamè, sempre nel Parco Regionale dell'Adamello, e Berzo Demo, di origine medievale.

www.badalisc.it