Viaggi
Viaggi

Storia, misticismo e folclore tra i monti abruzzesi

L'eremo di San Bartolomeo in Legio

L'eremo di San Bartolomeo in Legio

La storia racconta che intorno al 1250 Pietro Morrone, il futuro papa Celestino V, ritornando dal suo viaggio a Lione si fermò tra i boschi delle montagne abruzzesi, presso quello che oggi è l’eremo di San Bartolomeo a Roccamorice e che vi soggiornò per i successivi due anni. Pietro era stato a udienza dal Papa per una missione spirituale che avrà poi un importante risvolto storico: difendere i principi e le regole che guidavano il gruppo dei Fratelli dello Spirito, quelli che successivamente sono diventati i Celestini; al suo arrivo la cappella era poco più che un piccolo rudere, costruito intorno all’anno Mille, Pietro, però, lo trasformò in un luogo di culto immerso nella natura, dove la solitudine e la preghiera venivano ricercati per coltivare la propria vocazione ascetica.

L’eremo fu dedicato a Bartolomeo, santo brutalmente ucciso in oriente e oggetto di un sentito culto in tutto il centro Italia. La costruzione, seppur molto semplice e spoglia, è decisamente suggestiva per la posizione in cui è collocata: si trova a 600 metri di altitudine nel Vallone di San Bartolomeo, nella Majella, su un’impressionante balconata rocciosa, proprio a ridosso dello strapiombo. Il soffitto di roccia crea una sorta di tunnel al cui termine è situata la cappella, sotto una parete che sembra ritirarsi per accogliere e riparare l’eremo.

La costruzione si compone di tre vani: la cappella principale ospita un altare decorato con arredi essenziali, la statua di San Bartolomeo e alcune immagini votive. Sulla parete di sinistra c’è una piccola sorgente la cui acqua, raccolta ancora oggi da alcuni pellegrini in piccole boccette, è ritenuta miracolosa e in grado di guarire qualsiasi malattia. Di fianco all’altare una porticina conduce a due ambienti scavati nella roccia, anch’essi molto umili, dove un tempo soggiornavano gli eremiti. La facciata è decorata con affreschi che risalgono al XIII secolo, oggi purtroppo rovinati per l’esposizione ai fenomeni atmosferici.

Gli eremiti vivevano una vita di ascesi e preghiera immersi nella natura, lontani dal resto della civiltà e in luoghi difficilmente raggiungibili. Per visitare l’eremo è necessario percorrere un sentiero tra le montagne del Parco della Majella, tra paesaggi talvolta ricchi di vegetazione e talvolta brulli, luoghi che trasudano sacralità e misticismo, ma che hanno ispirato anche svariati film western. Durante il percorso si trovano frequenti capanne di pietra, muretti per terrazzamenti e altri ruderi a indicare la passata vita pastorale della zona. Per accedere all’eremo è possibile salire una delle quattro scalinate: quella centrale è chiamata la ‘scala santa’ con ripidi gradini scavati direttamente nella roccia; percorrendola ci s’immaginano i santi eremiti in ginocchio assorti in meditazione. Sulla scalinata c’è una vasca per la raccolta dell’acqua piovana, probabilmente di costruzione più recente.

Oggi l’eremo non è solo oggetto di visita dei più avventurosi, ma è anche protagonista di una tradizionale festa religiosa celebrata tra il 25 agosto e il 9 settembre. La celebrazione inizia all’alba con la messa tenuta all’interno dell’eremo; successivamente tutti i fedeli si recano presso il torrente Capo la Vena, per un bagno rituale nelle sue acque. Viene quindi portata in processione la statua del Santo a Roccamorice, dove resta esposta fino al 9 settembre.

La visita all’eremo di San Bartolomeo è quindi un’esperienza davvero interessante, un viaggio in un ambiente intriso di folclore e sacralità. La regione dell’Abruzzo è particolarmente ricca di questi luoghi, quasi cento in tutto il territorio, che costituiscono un patrimonio artistico di straordinaria bellezza. Sempre a Roccamorice è possibile visitare l’eremo di Santo Spirito a Majella, e in provincia di Pescara quello di San Giovanni dell’Orfento a Caramanico Terme e quello di Sant’Onofrio a Serramonacesca.

Come arrivare: A25 Roma-Pescara, uscita Alanno-Scafa, si segue la direzione San Valentino e Roccamorice. Da Roccamorice si segue la segnaletica Fonte Tettone-Blockhaus e dopo circa 4 km di tiene la destra seguendo la segnaletica per l’Eremo di Santo Spirito-Eremo di San Bartolomeo. Al bivio si prende verso destra seguendo la segnaletica Eremo di San Bartolomeo. Parcheggio poco prima del ristorante. Da qui si scende a sinistra per una mulattiera e comincia il cammino verso l’eremo.

Tel: 085 8572132 (Municipio di Roccamorice)
www.parcomajella.it