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Il Vesuvio selvaggio

Una passeggiata su uno dei vulcani più famosi del mondo, tra ambienti suggestivi, miti e buona cucina.

Una passeggiata su uno dei vulcani più famosi del mondo, tra ambienti suggestivi, miti e buona cucina.

Cosa sarebbe Napoli senza il Vesuvio? Tutti gli abitanti della città sono affezionati al loro vulcano, è una presenza con cui hanno imparato a convivere e che oltre a fare paura incanta per la sua bellezza naturalistica.

Il Vesuvio è un simbolo che ha insegnato che la vita può essere breve, e bisogna godersela.

Il Parco nazionale del Vesuvio comprende 8.482 ettari nella provincia di Napoli ed è stato istituito nel 1995, non solo per tutelare gli ambienti e le singolarità geologiche di uno dei complessi vulcanici attivi più famosi al mondo, quello del Somma-Vesuvio, ma anche per realizzare una corretta integrazione tra uomo e ambiente in un'area fortemente antropizzata e quindi a elevato rischio in caso di ripresa delle eruzioni.

Attivo in maniera significativa da circa 35.000 anni, il Vesuvio alterna fasi di ridotta attività, le cosiddette fasi stromboliane con emissioni di gas e scorie, a vere e proprie eruzioni, con effusioni di lava e parossismi vulcanici (tra cui quelli del 79, del 1906 e il più recente del 1944). L'unicità del parco, oltre al vulcano, è dovuta anche al patrimonio storico, archeologico e architettonico rappresentato da Pompei ed Ercolano.

Sono più di seicento le specie botaniche osservate nell'area protetta.

Sul versante vesuviano, più arido e assolato, la vegetazione tipica della macchia mediterranea (corbezzolo, mirto, cisto, ginestra) è stata in parte sostituita da riforestazioni (pino marittimo, pino domestico e pino d'Aleppo), miranti a contenere i fenomeni franosi.

Il versante sommano, più umido, ha una vegetazione di tipo appenninico, con boschi misti di castagno, acero, leccio, betulla e ontano napoletano. L'area protetta dà anche la possibilità di osservare come la vegetazione colonizzi il magma effuso dal Vesuvio: è il lichene Stereocaulon vesuvianum a insediarsi per primo sulla lava raffreddata. Vive con pochissima acqua e prepara il suolo per l'attecchimento delle piante: dapprima alcune specie pioniere (la romice rossa, l'elicriso, la valeriana rossa e l'artemisia campestre), poi le ginestre (sono presenti nel parco quella dei carbonai, quella dell'Etna, introdotta dopo l'eruzione del 1906, e la ginestra odorosa) e, infine, la macchia mediterranea (lentischi, allori, mirti ecc.).

Tra i mammiferi si segnalano la volpe, il coniglio selvatico, la lepre, il topo quercino, il moscardino e la faina.

Sono più di un centinaio le specie di uccelli osservate.

Tra queste spiccano il gheppio, la poiana, lo sparviero, il falco pellegrino, l'upupa, il passero solitario e il corvo imperiale. Sono molto diffusi, tra i rettili, il biacco e, tra gli anfibi, il rospo smeraldino. Tra gli invertebrati vanno citate le coloratissime farfalle diurne e notturne che frequentano la flora vesuviana.

L’area protetta ha realizzato La Sentieristica del Parco nazionale del Vesuvio, costituita da 9 sentieri per una lunghezza complessiva di 54 km di camminamento. Una delle passeggiate più suggestive e meno battute è quella che porta alla Valle dell'Inferno, parzialmente invasa dalla lingua di lava dell'ultima eruzione del 1944.

L’agricoltura rimane una risorsa importante dell'area del parco, con prodotti tipici famosi, quali i pomodorini del Piennolo, le albicocche del Vesuvio (se ne contano un centinaio di varietà) e le ciliegie del Monte. La produzione vitivinicola si fregia della DOC Lacrima Christi: già Marziale diceva ‘Haec iuga quam Nysae colles plus Bacchus amavit’, cioè ‘Bacco amò queste colline più delle native colline di Nisa’.

Molti miti e leggende sono nate riguardo a questa zona e alla produzione del vino, la vite del Lacryma Christi si dice sia nata da dove caddero le lacrime di Dio che, riconoscendo nel Golfo di Napoli un lembo di cielo rubato da Lucifero, pianse.

La panificazione è una tradizione che si tramanda da molti anni nella zona e infatti si trovano ottimo pane e la famosa pizza di scarola. Anche la produzione di pasta è molto diffusa nell’area vesuviana e risale agli ultimi decenni dell’Ottocento. Ce n’è davvero per tutti i gusti!

Parco Nazionale del Vesuvio
Palazzo Mediceo, Via Palazzo del Principe - 80044 Ottaviano (NA)
www.parconazionaledelvesuvio.it