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Il sentiero di San Carlo

In valle Cannobina lungo la strada Borromea

In valle Cannobina lungo la strada Borromea

La strada Borromea era la principale via di comunicazione della valle Cannobina, che collegava i paesi della vallata con il resto della regione.

Questa antica strada prende il suo nome da san Carlo Borromeo, importante figura locale ma soprattutto arcivescovo di Milano dal 1565 fino al 1584. Carlo era un uomo dal temperamento forte, severo e rigoroso, e fu uno dei maggiori sostenitori della controriforma; originario di Arona, dove oggi si può vedere l’enorme statua visibile anche dal lago detta il Sancarlone, durante la sua vita si dedicò con impegno alle visite pastorali delle parrocchie del suo territorio, al rinnovo dei costumi ecclesiastici e a ristabilirne la disciplina.

La tradizione di visitare le parrocchie della diocesi era pratica già diffusa dal VI secolo, ma con l’avvento della riforma protestante, e soprattutto del concilio di Trento, divenne pratica obbligatoria per tutti i predicatori. Tenere sotto controllo le zone periferiche e riaffermare periodicamente il ‘giusto credo’, divenne una vera e propria missione per Carlo Borromeo. L’edificazione di chiese, cappelle ed edifici religiosi divenne inoltre lo strumento per affermare la presenza cristiana sul territorio.

Carlo si recò in Val Cannobina nel 1574 e per l’occasione la strada venne rimodernata: ripercorrere l’antico tracciato significa rievocare il cammino dell’arcivescovo a dorso di mulo tra boschi e villaggi, chiese e cappelle. Il percorso inizia a Traffiume, presso la cappella di Coss, dopo la piazza del municipio, e ci si avvia in direzione dell’orrido di Sant’Anna. La strada sale e si addentra in un bosco di castagni, aceri campestri e abeti bianchi.

La valle Cannobina si estende tra Ossola e Verbania, si affaccia sul lago Maggiore e confina con il Canton Ticino. La valle prende il nome dal torrente Cannobino, le cui acque attraversano la valle con cascate spettacolari, arricchendosi degli affluenti locali. Le testimonianze più antiche della valle risalgono al periodo romano, in particolare al II secolo; durante il Medioevo venne poi annessa al dominio dei Visconti, signori di Milano.

Si continua a seguire il sentiero. S’incontrano dapprima la cappella della Torre, del XVII secolo, e quella del Santo Miracolo,forse la più bella del percorso; quest’ultima, sebbene diroccata, conserva ancora oggi interessanti affreschi quali una Pietà, il Padre Eterno, Sant’Ambrogio e San Carlo.

La Borromea ha la forma di un sentiero lastricato con pietre a taglio, sempre accompagnato da un muretto che ne segna il percorso. La storia narra che lungo questo cammino Carlo rischiò addirittura la morte: successe, infatti, che presso Gurro il santo fu sbalzato di sella dalla mula che lo trasportava, salvandosi così miracolosamente dal precipitare in un burrone. A ricordo di questo episodio, lungo la strada che da Gurro prosegue nella valle di Cavaglio, si conservano due edicole votive.

L’episodio ci spiega il perché la valle sia anche conosciuta come valle cupa, ‘Val Tupa’, per dirlo secondo il dialetto locale: il paesaggio è selvaggio, caratterizzato da una fitta vegetazione, montagne dalle vette irte, gole profonde e strapiombi. Si prosegue tra i boschi, si superano i resti della cappella dell’Erta Calda e quindi s’incontrano le due edicole che segnano il luogo dove avvenne il miracolo.

Si scende poi fino al ponte ‘Du Geu’ sul rio di Cavaglio, un affluente del Cannobino, per poi riprendere a salire in direzione del paese. Si prosegue lungo il sentiero fino a quando non s’incontra Cavaglio; da qui è necessario prendere la carrozzabile che collega Cavaglio a Gurrone, che ripercorre il tracciato della vecchia mulattiera. Una volta giunti e dopo aver superato il cimitero di Gurrone, s’imbocca il bivio per Lunecco sul fondovalle. Si attraversa una castagneta, si scende così dal monte e si esce dal bosco nello spiazzo dell’oratorio della Madonna delle Grazie o del Ri, edificio del Quattrocento, al cui interno è conservato in crocifisso della scuola di Gaudenzio Ferrari. Arrivati a questo punto è possibile ritornare sulla strada per Traffiume. Da Gurrone, in alternativa, è possibile proseguire per Spoccia, tra i più importanti centri della valle, Cursolo e Finero.

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