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L'impero di Bisanzio nella Grecìa Salentina

L'impero di Bisanzio nella Grecìa Salentina

Mare, sole, archeologia, barocco, arte: tutto questo si trova nella penisola salentina. Poco più a sud di Lecce, però, c’è anche un’isola linguistica, un’area dove ancora si può sentir parlare il griko. Come dice il nome, è una lingua strettamente collegata al greco: risuona ancora nelle bocche degli anziani in una zona ampia circa 100 chilometri quadrati. Interessa 11 comuni (Calimera, Carpignano Salentino, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Cutrofiano, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino), per un totale circa 50.000 abitanti.

Qui le tracce della preistoria si mescolano con i monumenti bizantini e il fastoso stile barocco, insieme a tradizioni che risentono chiaramente della cultura greca. La ragione di questo radicamento però non è del tutto certa, e si fanno principalmente tre ipotesi: una si collega al fatto che l’area faceva parte nell’antichità della Magna Grecia; la seconda ipotesi riporta invece al periodo dei Romani, quando gli abitanti avevano stretti commerci marittimi con l’Asia Minore, a quel tempo grecofona. L’ultima ipotesi, che sembra la più probabile, è invece direttamente connessa al periodo bizantino. Dopo le guerre gotico-bizantine del VI secolo e in seguito alla dominazione di Bisanzio, il Salento era in effetti una zona profondamente ellenizzata, specialmente durante il Medioevo. Infatti vi arrivarono i monaci basiliani fuggiti dalle persecuzioni iconoclaste, e successivamente l’impero bizantino creò qui la provincia di Thema di Longobardia, che fece affluire anche funzionari e militari; a Otranto, per esempio, furono nominati vescovi di rito greco. L’arrivo dei Normanni fu il primo elemento a indebolire la presenza greca, fino a che, nell’Ottocento, erano solo 13 i comuni che mantenevano il griko nel parlato; oggi questa lingua minoritaria riceve le attenzioni della Comunità Europea, e viene sostenuta con progetti e finanziamenti, affinché venga insegnata nelle scuole ma anche agli adulti.

Tracce del periodo bizantino si trovano ancora oggi nell’architettura. A Martano se ne trovano ancora ben conservate. Le case a corte, tipiche di una civiltà contadina, sono abitazioni con una sola stanza adibita a dormitorio, intorno alla quale si costruiva la corte recintata dove si svolgevano tutte le attività, domestiche e artigianali, approfittando della mitezza del clima. Quando un figlio si sposava, costruiva la casa e il cortile lì accanto. Altro elemento architettonico peculiare sono i mignani (rappresentativo è quello a Melpignano in via Catalana), balconi risalenti all’epoca bizantina; diversamente dai balconi tradizionali, non hanno una stanza dietro ma una scala interna. Le donne, infatti, non potendo uscire di casa, si accontentavano di vedere il mondo esterno affacciandosi furtivamente da qui. Nella pineta di Castrignano dei Greci si possono ancora trovare le pozzelle: in un avvallamento naturale veniva convogliata l’acqua piovana attraverso un sistema di canalizzazioni. Ogni famiglia aveva una pozzella (si presentano come cubi di pietra con un foro al centro) da cui attingere acqua, ed era loro cura provvedere alla sua manutenzione.

Ogni paese appartenente alla Grecìa Salentina offre elementi architettonici e artistici molto interessanti. A Carpignano Salentino si trova la cripta di Santa Marina e Cristina, scavata nel tufo, che conserva preziosi affreschi bizantini risalenti al X-XI secolo. A Melpignano è la piazza di San Giorgio, palcoscenico per la Notte della Taranta, circondata da portici cinquecenteschi, che testimoniano l’importante passato di commerci e di scambi. Il castello di Corigliano d’Otranto ospita il Museo Multimediale della Grecia Salentina, mentre a Calimera è la casa museo della Cultura Grika.

Presso Martano è il Monastero di Santa Maria della Consolazione, dove i monaci cistercensi promuovono ricerche e studi sulla cultura grika, oltre a occuparsi della produzione di olio, marmellate e liquori. Cutrofiano è il paese della ceramica, a cui è stato dedicato anche un museo. A Soleto, invece, l’atmosfera orientale delle case bianche si contrappone alla guglia tardogotica della chiesa di Santa Maria Assunta e si conferma con gli affreschi tre-quattrocenteschi della chiesa di Santo Stefano.

www.greciasalentina.org