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Lo spiritello ingannatore di Capri

Follie e archeologia nell'isola più mondana d'Italia

Follie e archeologia nell'isola più mondana d'Italia

Si racconta che l’isola sia abitata da uno spirito dispettoso che si diverte a manipolare i sensi di chi vi approda, cosicché il malcapitato inizierà a vedere la realtà attraverso una sorta di caleidoscopio colorato che gli farà vedere una realtà fittizia, rendendolo felice, immerso in una esaltazione lirica dello spirito. Il primo che rischiò di cadere in questa attrazione pericolosa fu Ulisse: il luogo in cui le sirene tentarono di catturarlo è stato identificato proprio con Capri. E l’imperatore Augusto, al suo arrivo, fu accolto da nuove gemme prodotte da un leccio ormai rinsecchito. Un luogo magico, insomma, che da sempre incanta coloro che lo visitano. Una delle peculiarità dell’isola è anche la strordinaria varietà delle piante che la popolano: vi si contano infatti ben 800 specie vegetali.

Arrivò qui l’imperatore Augusto per curare i suoi acciacchi senili, poi fu la volta di Tiberio, che vi venne ad abitare e vi fece costruire ben 12 ville. Dopo secoli complicati e poco tranquilli, l’isola vide l’arrivo dell’archeologo Norbert Hadrava, alla fine del Settecento, che si dedicò a un sistematico saccheggio dei resti archeologici romani, portando via colonne, sedili, statue che sarebbero serviti per ornare le regge di Caserta e di Napoli. Nonostante questo, subito dopo l’isola conobbe uno straordinario risveglio. Il fascino moderno di Capri, infatti, nacque nell’Ottocento grazie allo scrittore Hans Christian Andersen e al poeta prussiano August Kopisch, che ‘scoprirono’  la mitica Grotta Azzurra dandole questo nome: per i pescatori capresi, infatti, si chiamava semplicemente Gradola. La mondanità esplose nel dopoguerra: gli anni tra il 1946 e il 1960 furono all’insegna della stravaganza, della cronaca mondana, del lusso, ciò che accadeva lì diventava la moda da seguire. Il film di Totò L’imperatore di Capri descrive mirabilmente questa atmosfera. E alle ville antiche si sommarono quelle moderne, proprietà di personaggi come Alberto Moravia e Curzio Malaparte.

Tra i monumenti più famosi è la villa romana di Tiberio: conosciuta anche come Villa Jovis, è protesa verso est, a strapiombo sul mare, su un promontorio dove nel Medioevo fu costruita, sul punto più alto, la chiesetta di Santa Maria del Soccorso. Sulla parte più settentrionale del palazzo erano gli appartamenti imperiali di Tiberio, che comprendevano diverse sale di rappresentanza. Accanto ai magazzini erano le cucine, sul lato ovest: vi si riconoscono ancora i focolari e i resti del forno. Al centro, coperte, le quattro cisterne per la raccolta dell’acqua, che servivano anche ad alimentare le terme, ubicate su un lato della struttura. Sulla punta, invece, con un incredibile panorama, un grande ambiente porticato, semicircolare, adibito alle attività politiche e pubbliche.

La costruzione sacra più importante dell’isola è la certosa di San Giacomo, edificata circa 13 secoli dopo la villa romana. Fu il conte Giacomo Arcucci, segretario di Giovanna I d’Angiò, a iniziare la costruzione. Seguendo lo schema certosino, che esigeva un luogo adatto alla preghiera, all’isolamento e al lavoro manuale, si susseguono, a partire dall’ingresso, la foresteria, la farmacia, il refettorio e la biblioteca. Gli ambienti del priore offrono panorami sul mare davvero notevoli. Molto particolari le coperture: i tetti, infatti, detti ‘lamìe’, hanno una forma caratteristica, ereditata addirittura dai Fenici. Dovevano essere infatti perfettamente impermeabili ma al tempo stesso convogliare la preziosa acqua piovana dentro le cisterne. Oggi le ampie celle conventuali ospitano il liceo classico.

Anche il centro di Capri offre, naturalmente, gioielli architettonici. Sulla mitica piazzetta, centro nevralgico e mondano, si affacciano la chiesa di Santo Stefano, barocca, e palazzo Cerio, trecentesco, che in passato ebbe ospiti illustri come l’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe e lo zar Nicola I. Non lontano è la chiesetta di Sant’Anna (XIII secolo), con la facciata secentesca ma l’interno ancora in stile bizantino. Nelle vicinanze è anche l’hotel La Palma: è del 1820 ed è stato il primo degli alberghi storici. Altro albergo leggendario è il Quisisana, in via Camerelle. La strada più famosa ma anche più tortuosa è la via Krupp: si snoda su strettissimi tornanti per oltre 1300 metri, partendo dai giardini di Augusto. La fece costruire l’industriale tedesco Alfred Krupp come dono all’isola.

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