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La cucina dei campi ardenti

Strada del vino dei Campi Flegrei

Strada del vino dei Campi Flegrei

Terra di vulcani e di fuoco, di eruzioni e di miti: è il territorio dei Campi Flegrei, in provincia di Napoli. È da questa terra che nascono due vitigni eccellenti la Falanghina e il Piedirosso, ottimi per accompagnare le specialità gastronomiche della zona.

I terreni dai quali nascono sono d’origine vulcanica, originati da sedimenti e stratificazioni di eruzioni, crateri ormai spenti che arricchiscono i campi di ceneri, tufi e microelementi che proprio per questo conferiscono un sapore unico e particolare ai loro prodotti. Il nome della zona deriva, infatti, da phlegraei campi, i campi ardenti, divenuta poi zona di svago e villeggiatura per Imperatori e patrizi romani.

La Strada del Vino dei Campi Flegrei accompagna il visitatore alla scoperta della tradizione culinaria locale: passa per Cuma, Pozzuoli, Lucrino, Agnano e Fuorigrotta, Baia, Bacoli, Capo Miseno, Monte di Procida, Fusaro, Lucino e Arco Felice.

L’enogastronomia ha come fulcro i vini DOC Campi Flegrei, prodotti nelle versioni Bianco, Rosso, Piedirosso Per ‘e Palummo, passito e rosato, Falanghina passito e spumante.

I bianchi sono prodotti con le uve del Falanghina, approdata dalla Grecia fino alle coste meridionali della Penisola; dal colore paglierino con sfumature verdognole, si caratterizza per un gusto secco e amarognolo. Il nome del vitigno è derivato dal tipo di coltivazione, la putuelana, in latino phalanx, dal palo che sostiene le viti.

I rossi, invece, si compongono per la maggior parte del Piedirosso: il color rubino tendente al granata, quando invecchiato, è accompagnato da un profumo di viola e ciliegia e un gusto asciutto e aromatico.

Anche il Piedirosso è un prodotto di ottima qualità, decantata già da Plinio il Vecchio; la sua fama continua anche nel Medioevo, era uno dei vini presenti sulle tavole del Re Carlo II d’Angiò.

Con questa grande varietà, sono praticamente possibili tutti gli abbinamenti culinari: formaggi, carni e selvaggina, primi, pesce, verdure e dessert. Per la sua posizione a ridosso del mare, e per il suo entroterra così verde e fertile bagnato dalle acque di numerosi laghi, la zona vanta infatti un’offerta gastronomica ricca e varia.

Dal golfo arrivano sulle tavole i molluschi: cozze, vongole veraci, ma anche tartufi, cannolicchi e fasolari. Il pesce è quindi l’ingrediente fondamentale di molti piatti tipici; una ricetta tradizionale è quella del pesce all’acqua pazza, in genere triglie o gallinelle preparate in umido con verdure e pomodorini freschi; l’origine di questa ricetta prevede l’uso dell’acqua di mare, e deriva direttamente dalle tavole delle famiglie dei pescatori, che, con pochi e semplici ingredienti, potevano preparare un piatto gustoso; da assaggiare anche la tipica zuppa di pesce alla napoletana e le fritture; altro protagonista è il polpo, che ha dato origine a preparazioni quali i polpi al pignatiello o i polpi alla Luciana. Tra i prodotti ortofrutticoli vanno citate la fava di Miliscola e la percoca Antonio di Francia.

L’aria che si respira è intrisa, oltre che di profumi della buona cucina, di mitologia e leggende, storie antichissime che si perdono all’origine della nostra civiltà. La strada attraversa parchi archeologici, rovine, anfiteatri e ambienti naturali di rara bellezza. Una vera visita ai Campi Flegrei deve unire quindi ai piaceri del cibo anche quelli della cultura.

Per riuscire a cogliere lo spirito antico di questa terra potremmo cominciare l’itinerario proprio da Cuma, per visitare l’antro della Sibilla Cumana dove, secondo la leggenda, aveva dimora la sacerdotessa di Apollo.

Poco distante si trova il parco archeologico di Pozzuoli, la Puteoli romana, antica colonia greca; vale la pena fare una sosta per visitare il sito del quale si conservano alcuni resti del Tempio di Augusto, l’anfiteatro, le terme di Nettuno, il Ninfeo di Diana, il macellum conosciuto come tempio di Serapide e altro ancora.

Ed è sempre nei paraggi che veniva situato l’ingresso agli Inferi, nei pressi del lago di Averno. Sulla sponda est è possibile vedere i resti del tempio di Apollo.

www.stradadeivini.org