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Oro liquido in tavola

La strada dell'olio lucano

La strada dell'olio lucano

La Basilicata è terra produttrice di un olio extravergine d’oliva di grande qualità e di antichissime tradizioni che si fanno risalire alla storia della Magna Grecia. Il terreno particolarmente favorevole ha permesso la coltivazione di moltissime varietà di olivo, che popolano la maggior parte dei terreni verdi lucani. Esistono numerose cultivar e le più importanti sono la Maieatica, l’ogliaroladel Vulture e l’ogliarola del Bradano.

L’ogliarola è la varietà più diffusa, utilizzata per la produzione dell’olio Vulture DOP, prodotto rinomato e apprezzato in tutta la penisola. Le piante vengono coltivate su terreni vulcanici, il Vulture da cui prende il nome è infatti un cratere spento che protegge gli oliveti dai venti freddi invernali.

Le aree di produzione sono 3: la zona del Vulture, la bassa Val d’Agri e la bassa collina Materana. Ognuna di esse vanta un prodotto con caratteristiche particolari: l’olio del Vulture DOP, il più conosciuto, si distingue per un sapore fruttato e un colore verde con riflessi gialli; l’olio delle colline del Ferrandinese ha invece un colore giallo con riflessi verdi e un sapore debolmente fruttato, mentre l’olio delle colline Materane ha un gusto fruttato più esplicito e marcato.

I centri di maggiore produzione della bassa Materana sono Ferrandina, Grassano, Grottole, Salandra, Montescaglioso, Bernalda, per quanto riguarda la bassa val d’Agri incontriamo invece Aliano, S. Arcangelo, Roccanova, Missanello. Sono riconosciuti come produttori di olio Vulture DOP i comuni di Melfi, Rapolla, Barile, Rionero in Vulture, centro principale, Atella, Ripacandida, Maschito, Ginestra, Venosa.

L’olio è la base per accompagnare gli altri piatti della cucina lucana. Nell’area di Ferrandina le olive vengono preparate per essere gustate come prodotto da pasto: hanno una certa fama le ‘olive infornate’, preparate con un lungo e accurato processo artigianale. La tavola lucana vede primeggiare piatti di chiara tradizione contadina, in cui anche gli ingredienti più poveri, come legumi ed erbe aromatiche, sono lo spunto per autentiche squisitezze.

La regione è nota per le sue salsicce piccanti, le soppressate e i salumi la cui qualità non teme confronti soprattutto grazie alla qualità della carne dei suini allevati con alimenti naturali e tecniche di lavorazione e conservazione tradizionali.

Accanto agli insaccati spiccano poi i formaggi rustici, come il canestrato di Moliterno, un pecorino dal sapore forte e aromatico; vasto è il regno delle paste fatte in casa, in genere senza l’aggiunta di uova, come orecchiette, strascinati, cavatelli, strangolapreti, tutte condite in vari modi.

L’itinerario alla scoperta di queste terre inizia proprio da Melfi, ai piedi del Vulture; in città si possono vedere la cinta muraria e l’imponente castello federiciano, sede del Museo nazionale archeologico del Melfese. Oltre al castello è possibile visitare anche la cattedrale, fondata nel XI secolo. Le terre del Melfese sono ricche di bellezze naturali di grande attrattiva, come i laghi di Monticchio.

Ferrandina, in provincia di Matera, si trova sulla sommità di un colle, circondata da bellissimi olivi millenari, che l’hanno resa famosa anche all’estero. La maiatica è la principale varietà coltivata nei dintorni. Antichi reperti testimoniano la tradizione della coltivazione dell’olivo già presente dal IV secolo a.C., come i resti di un antico frantoio di epoca greca.

A Ferrandina è inoltre allestita una mostra permanente dedicata alla civiltà contadina locale e agli antichi mestieri, volta a valorizzare la tradizione culturale legata al lavoro della terra. Sono raccolti vasi, contenitori per grano e legumi, attrezzi, oggetti vari, aratri, setacci, botti, e alcune ricostruzioni di ambienti e mestieri di un tempo.

Montescaglioso è conosciuta come la ‘città dei monasteri’: sono quattro i complessi monastici che ogni anno attirano moltissimi turisti e pellegrini: l’abbazia benedettina dedicata all’Arcangelo Michele, la cappella di S. Maria in Platea, la chiesa Madre, il monastero della SS. Concezione. Gli altri edifici da visitare sono per la maggior parte religiosi, da non perdere le chiese rupestri, presenti all’interno del Parco della Murgia Materana.

Tra i luoghi da visitare si segnalano anche Rapolla, famosa oltre che per la produzione di olive anche per quella vitivinicola e per il turismo termale, Grottole, per il suo maniero arroccato sul colle e Vietri di Potenza con le sue chiese.

www.aptbasilicata.it