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Un passo tra monti e sport

Piste, sentieri e orsi: all'Aprica l'inverno mostra il suo volto

Piste, sentieri e orsi: all'Aprica l'inverno mostra il suo volto

‘[...] Non sia mai che quei d’Aprica, non affrontin la fatica; di salire senza sosta, su per l’aspra impervia costa. Per cantar poi tutti insieme, o mio suol ti voglio bene.’Giannina Lambertenghi, nel 1948, scrisse l’Inno d’Aprica per cantare ciò che, più di ogni altra cosa, descriveva questa terra: la fatica e l’accoglienza. Due caratteristiche che hanno fatto la storia di quello che oggi è un piccolo e celebre comune lombardo ma che da secoli, fin dal Medioevo, era un duro e ostico passo di montagna che collegava la Valtellina alla Valcamonica. Se poi nel tempo la fama e il successo hanno reso la cittadina un’oasi felice del turismo, non si sono affievoliti i ricordi delle radici lontane che hanno fatto la storia del posto.

Numerosi avvenimenti, incastrati alle vicissitudini della storia con la ‘s’ maiuscola, hanno trasportato l’Aprica dall’essere una piccola località di passaggio nel mezzo delle Alpi a 1200 metri di quota, a un vero e proprio centro sportivo nazionale. Nei secoli (e forse nei millenni, dato che si ritiene che possa essere stato un importante luogo di passaggio già in epoca romana) sono molte le genti che, nel dover attraversare i monti, si sono fermate sul valico. È però il 1848 l’anno in cui la fortuna rivolge la sua faccia verso questa parte d’Italia. Il governo austriaco, che al tempo dominava la zona, decise di costruire una strada vera e propria che collegava (e lo fa tutt’ora), passando dall’Aprica, la Valcamonica con la Valtellina regalando notorietà e numerose opportunità.

Da allora gli abitanti del posto si sono messi all’opera per valorizzare la loro montagna: oltre che esaltare la propria ospitalità con alberghi e strutture, sono stati realizzati impianti sportivi che hanno permesso di ospitare tre volte la Coppa del Mondo di sci, otto tappe del Giro d’Italia e quattro edizioni della Coppa del Mondo lead di arrampicata. Oggi l’Aprica, situata in provincia di Sondrio a pochi chilometri dal confine con la Svizzera, è un attrezzatissimo comprensorio sportivo. ‘Lo sci sulla porta di casa’ è lo slogan utilizzato per pubblicizzare il fatto che gli impianti di risalita, che servono oltre 50 Km di piste del comprensorio Aprica-Corteno, sono posti all’interno del paese, raggiungibili con grande comodità. La zona, ottimamente collegata, permette di passare, sci ai piedi, dalle piste del Magnolta a quelle del Palabione fino al nuovo comprensorio del Baradello e ai campetti scuola a ridosso del paese, perfetti per i principianti. In ogni zona non mancano rifugi e solarium in quota per completare l’offerta di relax e divertimento che ognuno di noi cerca durante le vacanze.

Nella valle lunga circa 3 km che stringe la cittadina, protetta dai monti coperti da boschi di abeti che mettono in risalto le ripide piste in lontananza, ogni sport invernale ha il suo spazio. Oltre al più classico sci di fondo, ci sono grandi opportunità per gli amanti dell’arrampicata, sia indoor che all’esterno su apposite pareti di ghiaccio. Chi invece è alla ricerca della tranquillità e del forte contatto con la natura può cimentarsi in passeggiate con le ciaspole (il percorso principale è quello sul Pian Gembro lungo 6 km), con le racchette in mezzo alla neve o, affidandosi semplicemente ai propri scarponi, affrontare i sentieri immersi nella natura del CAI (Club Alpino Italiano) che toccano rifugi come il Valtellina o il bivacco Aprica.

L’Aprica offre numerose possibilità anche in altri periodi dell’anno. D’estate, per esempio, merita una visita l’Osservatorio Eco-Faunistico Alpino. Si tratta di un sentiero didattico naturalistico all’interno di un area di 20 ettari, dove si possono ammirare da vicino le specie vegetali e animali presenti nel parco. Specie a rischio d’estinzione come il gallo cedronepossono essere ammirate all’interno della riserva, ma soprattutto si può cogliere l’opportunità di un incontro ravvicinato in totale sicurezza con la coppia ‘padrona di casa’: due orsi bruni di circa 15 anni e 200 kg che vivono nel parco tra grotte e laghetti.

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