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Un angolo di Svezia ad Anacapri

Luce, sfingi, giardini lussureggianti a Villa San Michele, nell'isola di Capri

Luce, sfingi, giardini lussureggianti a Villa San Michele, nell'isola di Capri

Chi si avvicina a Capri in traghetto o aliscafo può scorgere, sulla sommità dell’altopiano di Anacapri, un’autentica sfinge egizia, con lo sguardo rivolto a Oriente, pronta a catturare i primi raggi del caldo sole che fa capolino all’alba sulla linea dell’orizzonte costituita dalle acque del Tirreno. Questa suggestiva scultura in granito rosa, con corpo leonino e testa umana, risale a più di 3000 anni fa e si trova sulla piccola terrazza, protesa verso il meraviglioso golfo partenopeo, situata all’esterno della cappella di Villa San Michele.

Questa luminosa villa, che risplende nelle assolate giornate capresi grazie al suo niveo biancore, fu costruita come abitazione privata dallo scrittore e medico della Casa Reale svedese Axel Munthe (1857-1949), il quale si innamorò dell’isola di Capri e decise di stabilirvisi. Come luogo nel quale far sorgere la propria abitazione, Munthe elesse una porzione di terreno situata ad Anacapri, sul monte Solaro, dove si trovavano i resti di un’antica dimora imperiale romana e di una cappella medievale.

Il luogo fu scelto espressamente dal proprietario, il quale desiderava una casa ‘aperta al sole e al vento e alle voci del mare […] e luce, luce, luce ovunque’. L’intenso rapporto tra il medico svedese e questa abitazione è espresso magistralmente ne ‘La storia di San Michele’, opera letteraria composta dal Munthe e pubblicata nel 1929, nella quale, in un’Europa ormai in macerie a causa della Grande Guerra, l’autore si sofferma sull’indagine delle interconnessioni tra le varie esistenze umane e sul suo rapporto con quello che lui stesso riconosce come proprio luogo di elezione, l’unico nel quale sia riuscito a sentirsi pienamente se stesso: Capri e, in particolare, Villa San Michele. Il successo del libro fu una vera e propria spinta propulsiva per il turismo dell’isola: frotte di visitatori iniziarono a recarsi a Capri per vedere la casa dell’autore che aveva ispirato l’opera.

In accordo con le ultime volontà di Munthe, alla sua morte la dimora divenne una proprietà dello Stato svedese ed è ora gestita da una fondazione volta a favorire e approfondire i legami culturali tra Svezia e Italia e promuovere scambi reciproci, che si occupa dell’organizzazione di manifestazioni culturali, rassegne musicali ed eventi speciali.

Attualmente, Villa San Michele si presenta come un museo che raccoglie una ricca collezione di oggetti appartenenti a diverse paesi (dalla Scandinavia all’Italia, dall’Inghilterra alla Russia), i quali attraversano un ampio arco di tempo che si estende dal 1250 circa a.C. agli inizi del Novecento.

Uscendo dalla villa, si accede al giardino interno, nel quale si può respirare un’atmosfera magica e rilassata, ma, allo stesso tempo, pregna di arte e cultura. Dal salone veneziano di Villa San Michele, infatti, prende avvio il loggiato delle sculture, nel quale spicca la statua bronzea del dio Hermes, al quale fa immediatamente seguito un grazioso pergolato coperto dai rami intricati del glicine, che offre ombra e ristoro con la sua frescura nelle più calde giornate estive; una volta superato questo spazio, ci si trova in un lussureggiante giardino,ideato proprio da Axel Munthe ecollocato su un terrazzamento posto a circa 300 m sul livello del mare, che gode di una vista mozzafiato sul golfo di Napoli e sulla penisola di Sorrento.

Malgrado le sue ridotte dimensioni, questo parco, popolato da vasi, anfore e diversi oggetti artistici, appare straordinariamente rigoglioso e verde durante tutto il corso dell’anno, grazie alla convivenza tra piante caratteristiche della flora mediterranea (come acanto, mirto e ginestra) e piante tipiche di altre latitudini e continenti (tra cui agapanto, camelie e rose d’India). Si ricorda, infine, che questo giardino è uno dei pochissimi luoghi rimasti al mondo nei quali cresce ancora spontaneamente la Kochia (o Bassia) saxicola, pianta in via d'estinzione, che è sopravvissuta solo a Capri, Capo Palinuro e Strombolicchio.

www.villasanmichele.eu