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La leggendaria terra delle Sirene

Miti, pirati e scrittori alla Baia di Ieranto, nella penisola sorrentina

Miti, pirati e scrittori alla Baia di Ieranto, nella penisola sorrentina

Se siete alla ricerca di un luogo isolato, dalla bellezza incontaminata e dal mare cristallino, la Baia di Ieranto è proprio il luogo che fa per voi. Questa spettacolare e scenografica insenatura, posta di fronte ai celeberrimi Faraglioni di Capri, si cela tra le coste della penisola sorrentina, protesa nel mar Tirreno tra il golfo di Napoli e quello di Salerno, e fa parte dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella.

L’origine del suo particolare nome è controversa: secondo una tradizione ‘Ieranto’ deriverebbe dalla parola greca ‘ièrax’, che significa ‘falco’, animale che ancora oggi nidifica e prolifera nella zona, secondo un’altra tradizione, invece, il nome proverrebbe dal greco ‘ieròs’, che significa ‘sacro’, a ricordo della santità del territorio, nel quale anticamente vi erano due templi che secondo alcuni storici sorgevano proprio in questi luoghi, uno costruito dal mitico Odisseo e dedicato ad Atena e uno dedicato alle Sirene. È qui, infatti, che Plinio il Vecchio, autore romano del I sec. d.C., riconosce la dimora delle Sirene, esseri mitologici, descritti per la prima volta nel XII canto dell’Odissea, che con la loro voce melodiosa ammaliavano i naviganti, inducendoli ad avvicinarsi per poi ucciderli.

L’uomo ha abitato la Baia di Ieranto fin dal Paleolitico, come dimostrano numerosi ritrovamenti archeologici, e nel corso dei secoli la sua attività ha plasmato il territorio lasciando tracce visibili, come i terrazzamenti per la coltura dell’ulivo. All’inizio del Novecento si sviluppò un’attività di estrazione della pietra calcarea e nel 1918 la cava di Ieranto fu acquistata dalla società Ilva che la gestì fino al 1954, quando l’impianto venne dismesso cadendo in uno stato di abbandono che si protrasse per più di trent’anni. Nel 1986, infatti, l’Italsider (nome mantenuto dall’Ilva tra il 1961 e il 1988) decise di donare l’intera area al Fondo Ambiente Italiano, in modo che si occupasse del suo recupero e della sua valorizzazione.

Il FAI si è impegnato in una lunga opera di riqualificazione ambientale e di restauro architettonico degli edifici rurali e industriali, conclusasi con successo nel 2002, e oggi la natura sembra essere tornata la padrona indiscussa dei luoghi. La riqualificazione ambientale della zona è iniziata con il recupero degli uliveti, che erano rimasti a lungo abbandonati, tanto da essere stati quasi soffocati dalle piante infestanti. Nella zona della vecchia cava, invece, sono stati posti esemplari di piante della macchia mediterranea (come lentisco, rosmarino, euforbia e ginepro), specie autoctone in quest’ambiente baciato dal sole. Nel 2001, infine, si è avviato il recupero architettonico, con il rifacimento di più di 2 km di muretti a secco, la ricostruzione dei terrazzamenti per la coltivazione gli ulivi, il recupero degli antichi sentieri e il restauro della Torre di Montalto.

Questa massiccia torre di guardia a pianta quadrata fu costruita su un promontorio a strapiombo sul mare insieme alla Torre della Campanella, posta sul lato opposto della baia, per avvistare i pirati turchi che imperversavano nel Mediterraneo e prevenirne le invasioni; la realizzazione di queste torri fece seguito a un episodio traumatico per la cittadinanza della penisola: la feroce incursione di Pialì Pascià che saccheggiò Sorrento e Massa Lubrense il 13 giugno 1558, causando un altissimo numero di morti e prigionieri.

La baia è raggiungibile via mare o via terra, usufruendo di uno stretto sentiero che, partendo da Nerano, piccolo borgo di pescatori e frazione del comune di Massa Lubrense, serpeggia tra arbusti e ulivi fino a raggiungere il mare. Nel corso della camminata lungo questo sentiero, si passa accanto a Casa Silentium (dall’iscrizione posta sulla sommità dell’ingresso che invitava appunto alla quiete), dove lo scrittore inglese George Norman Douglas, rimasto incantato dalla bellezza dei luoghi, decise di stabilirsi per un periodo. Proprio in questa casa, nel 1908, lo scrittore iniziò a comporre Siren land(La terra delle Sirene), opera nella quale celebra le bellezze e il fascino di questi luoghi splendidi, dove miti e leggende sembrano vivere ancora oggi.

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