Viaggi
Viaggi

Cartier-Bresson, l'occhio del secolo

A Parigi una straordinaria mostra del grande fotografo

A Parigi una straordinaria mostra del grande fotografo

Le occasioni e i pretesti per fare un viaggio a Parigi possono essere numerosi e dei generi più disparati, dall’arte alla storia, alla musica. I musei offrono qualunque tipo di mostre: in particolare, fino al 9 giugno 2014, il moderno Centre Pompidou propone una straordinaria retrospettiva di uno dei più famosi fotografi del Novecento, Henri Cartier-Bresson (1908-2004), a 10 anni dalla morte. La mostra ripercorre circa 70 anni di lavoro di colui che è considerato il pioniere del foto-giornalismo, proponendo oltre 500 immagini, ma anche dipinti, disegni e documenti.

Dopo un’esperienza cinematografica come assistente del regista Jean Renoir, e regista lui stesso di documentari fra cui Le retour (1944-1945, dedicato ai prigioneri di guerra e ai deportati), Bresson si affermò poi con reportages fotografici pubblicati soprattutto dal settimanale ‘Paris Match’ e realizzati prima e dopo la seconda guerra mondiale in ogni parte del mondo. Nel 1947 fondò con Robert Capa, David Seymour, G. Rodger e i Vandivert l’agenzia fotografica Magnum Photos. La sua attività, tra l’altro, è testimoniata anche da molti volumi, fra cui Images à la Sauvette (1952), Danses à Bali (1954), D’une Chine à l’autre (1954), Moscou (1955), Les européens (1955), Photographies d’Henri Cartier-Bresson (1963), Chine (1964), Visage d’Asie (1972).

La mostra, la più importante a livello europeo dopo la morte del grande fotografo, è stata voluta dalla moglie, scomparsa nel 2013: vi sono raccolti materiali di vario genere, provenienti dallo stesso fondo fotografico del Centre Pompidou e altri documenti conservati alla fondazione (Fondation Henri Cartier-Bresson). Chi non avesse la possibilità di visitarla a Parigi, potrà vederla a Roma, da settembre fino a gennaio 2015.

La mostra si articola in senso cronologico e tematico, ed è divisa in tre grandi momenti. Il primo racconta gli anni tra il 1926 e il 1935: in questo periodo giovanile Bresson si avvicinò al movimento surrealista e alla pittura. La sua passione per la fotografia arrivò all’inizio degli anni Trenta, dopo un viaggio in Africa. In compagnia della sua fedele Leica fece viaggi e reportages in Francia, Spagna, Italia e Messico. Sempre in quegli anni nacquero le amicizie speciali con Seymour e Capa.

Il secondo periodo descrive già Cartier-Bresson come grande reporter di guerra, e si colloca fra il 1936 e il 1945. In questi anni, avventurosi e pericolosi, entrò nella Resistenza francese, quindi nel 1940 fu catturato dai nazisti; rimase prigioniero per quasi tre anni, poi fuggì nel 1943, riuscendo a documentare con le sue foto la liberazione della Francia. Credendolo morto, nel 1946 il MoMA di New York aveva deciso di allestire una grande mostra in suo ricordo; il fotografo invece si mise in contatto con il museo e partecipò all’organizzazione della rassegna, che si tenne poi l’anno successivo.

Il terzo momento fondamentale si snoda fra il 1947 e i primi anni Settanta. Il 1947, infatti, è l’anno di fondazione, insieme ai suoi colleghi e amici fotografi, della mitica agenzia Magnum, divenuta poi punto di riferimento per il foto-giornalismo. Il visitatore della mostra ha occasione, in questo modo, di ripercorrere attraverso la fotografia gli anni cruciali della storia del Novecento, visti attraverso un occhio davvero speciale.

I libri che Cartier-Bresson ha pubblicato durante la sua vita spiegano in modo molto chiaro il suo concetto di fotografia. L’obiettivo della macchina, infatti, a lui serve proprio per catturare un momento particolare, ciò che lui vede e che la pittura, per esempio, non avrebbe il tempo materiale di cogliere. Il fotografo infatti, durante i suoi reportages, aveva l’abitudine di andare in giro con una macchina piccola e maneggevole e un solo obiettivo da 50 mm: la foto doveva infatti rappresentare ciò che lui vedeva attraverso l’obiettivo. Le sue immagini, che sembrano costruite ad hoc così come certi ritratti, sono frutto invece solo dell’abilità straordinaria di cogliere in modo esatto il luogo e il momento in cui una situazione si veniva a creare. Non a caso le foto non hanno titolo, riportano solo il luogo, il paese e la data.

www.centrepompidou.fr