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Il vero ‘Piccolo mondo antico'

Lo scrittore Antonio Fogazzaro e la sua elegante dimora sul lago di Lugano

Lo scrittore Antonio Fogazzaro e la sua elegante dimora sul lago di Lugano

Scrittore vicentino più volte candidato a ricevere il Premio Nobel per la letteratura, Antonio Fogazzaro (1842-1911) è un autore colpevolmente trascurato dalla scuola italiana degli ultimi decenni, tanto da essere diventato oggi un illustre sconosciuto per i ‘non-addetti ai lavori’, noto solo di nome o, tutt’al più, per alcune delle sue opere principali, come Malombra e Piccolo mondo antico, il suo romanzo senza dubbio più celebre.

Per chi volesse scoprire qualcosa in più su questo scrittore quasi dimenticato e sul suo capolavoro, si consiglia di visitare una delle sue dimore di famiglia: Villa Fogazzaro Roi, situata sul ramo nordorientale del lago di Lugano e, più precisamente a Oria, frazione del piccolo comune di Valsolda, in provincia di Como, che conta meno di 2000 anime.

La villa appartenne, fin dalla metà dell’Ottocento, alla famiglia Barrera, alla quale apparteneva la madre dello scrittore e una delle prime visite di Fogazzaro in questo luogo di verificò tra il 1848 e il 1849, quando egli, ancora bambino, vi si rifugiò, accolto dallo zio materno Pietro, per allontanarsi dal Veneto in rivolta nei confronti dell’opprimente dominio austriaco. Nel corso della sua vita, poi, lo scrittore vi si recò spesso per trascorrere dei periodi di villeggiatura in riva al lago nei quali poter comporre in tutta tranquillità le sue opere.

La dimora passò di mano in mano tra i discendenti della famiglia Fogazzaro, fino a che, nel 1960, il marchese Giuseppe Roi, detto Boso, pronipote dello scrittore, la ricevette in eredità dallo zio paterno, divenendo così l’unico custode rimasto delle memorie qui presenti. Per poter far sì che essa continuasse a prosperare anche dopo la sua morte, avvenuta nel 2009, Boso Roi diede disposizioni nel suo testamento affinché la villa fosse affidata al FAI perché potesse aprirla al pubblico, e dal 2010, quindi, Villa Fogazzaro Roi è visitabile, previa prenotazione, tutti i sabati, da aprile a ottobre, dalle ore 10.00 alle ore 18.00.

Entrare in quest’abitazione oggi significa tornare indietro nel tempo di più di un secolo, agli ultimi decenni dell’Ottocento, con i suoi arredi caratteristici e la sua atmosfera sospesa tra il romantico e il decadente. Malgrado i lavori di ammodernamento della struttura della villa compiuti tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, infatti, gli arredi del XIX secolo e gli ambienti principali della dimora sono stati mantenuti perfettamente intatti e il visitatore ha l’impressione che tutto sia rimasto esattamente com’era, quasi congelato in un momento imprecisato, con la tavola ancora imbandita e i fiori freschi sul tavolo.

In essa si possono riconoscere alcuni dei luoghi che hanno ispirato Fogazzaro e che sono stati da lui descritti nelle pagine di Piccolo mondo antico, come il piccolo terrazzo del protagonista maschile, Franco Maironi, con il suo tavolino circolare in ferro battuto, e la darsena nella quale la piccola figlia dei protagonisti muore annegata mentre gioca spensieratamente.

I veri abitanti di questa dimora sono, però, i cimeli in essa raccolti, fotografie, libri, mobili e suppellettili che raccontano la vicenda umana e artistica di Antonio Fogazzaro e tra i quali si possono trovare delle vere e proprie ‘chicche’, come i volumi conservati nella biblioteca e recuperati dal marchese Roi nella casa vicentina di famiglia, tra i quali si distinguono l’originale del primo poemetto di Fogazzaro, Miranda(1873), e una copia del libro Le Ranocchie Turchine, opera futurista di Enrico Cavacchioli inviata polemicamente, nel 1909, con una mordace dedica autografa dell’autore e di Filippo Tommaso Marinetti rivolta a Fogazzaro, definito ‘poeta degli imbecilli’.

L’ambiente forse più interessante di questa casa entrata nella storia della letteratura è, però, la Stanza dell’Alcova, nella quale è stato ricostruito lo studio dell’autore. In essa si trova lo scrittoio di Antonio Fogazzaro, reso unico dalle tantissime annotazioni manoscritte che riempiono la parte interna del cassetto. Tra queste spiccano due note minute, entrambe datate 11 agosto 1895, che testimoniano rispettivamente il dolore profondo dell’autore per la tragica morte del figlio Mariano, dovuta al tifo, avvenuta in quella data, e la conclusione del suo famoso romanzo, quel Piccolo mondo antico, che proprio quel giorno Fogazzaro terminò ‘nel pianto’.

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