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La miniera più alta d'Europa

In val Ridanna, vicino a Vipiteno, a scoprire la dura vita del minatore

In val Ridanna, vicino a Vipiteno, a scoprire la dura vita del minatore

Una valle defilata, la val Ridanna, che si snoda nei pressi di Vipiteno verso nordovest. Siamo proprio nel cuore delle Alpi, quasi al confine con l’Austria. Profili severi di montagne che raggiungono e superano, alla testata della valle, i 3000 metri di altitudine. Qui, fino a poche decine di anni fa, era in funzione una grande miniera, che ha interrotto l’attività solo nel 1979: per questo motivo, se fosse necessario, potrebbe rimettersi in funzione anche domani. Un patrimonio di tecnica e conoscenza che non poteva andare sprecato: così è stato creato il Museo Provinciale delle Miniere, che racconta una storia lunga 800 anni.

Il complesso minerario offre numerose possibilità di visita, ed è fonte di interesse per chiunque decida di arrivare fin qui. Le montagne già da sole offrono percorsi escursionistici estremamente suggestivi, ma l’ambiente e il paesaggio raccontano in modo chiaro la fatica e la vita durissima di coloro che vi hanno abitato e vi hanno lavorato. Le stesse guide che vi accompagneranno, infatti, sono spesso i discendenti delle famiglie dei minatori, e hanno ascoltato personalmente i racconti e la storia di questo luogo.

L’area estrattiva vera e propria si trovava tra i 2000 e i 2500 metri di quota, tanto che si può affermare che la miniera Ridanna Monteneve sia stata la più alta d’Europa: le montagne sono quelle a cavallo tra la val Ridanna e la val Passiria. La ricchezza di minerali di queste rocce era già stata scoperta sicuramente fin dalle epoche più antiche: il primo documento che attesta l’estrazione dell’argento risale al XIII secolo, quando i conti del Tirolo ne facevano sicuramente uso per coniare le loro monete. Il periodo di maggiore espansione però è il Cinquecento, quando mille minatori lavoravano in 70 gallerie estraendo argento e galena, e la vicina Vipiteno divenne un importante centro di commercio e scambi. Per trasportare a valle il minerale, fu costruito nel XIX secolo un impianto a rotaia e carrelli, il più lungo del mondo in quell’epoca.

Di quei secoli rimane la Cappella dei Minatori a Santa Maddalena a Ridanna, tardogotica, costruita nel 1480: all’interno si conserva un pregevole altare di legno intagliato dei primi del Cinquecento. Nel 1871 fu avviata anche l’estrazione dello zinco. Il paesino di San Martino, abitato dai minatori, aveva la scuola ed era sede di varie associazioni: la sua fine fu decretata da un rovinoso incendio che lo distrusse quasi completamente nel 1967. Da quel momento gli abitanti si spostarono a Masseria, dov’era l’impianto di arricchimento del minerale.

I percorsi di visita, creati anche per le scolaresche, sono da effettuare rigorosamente con stivali, mantella e caschetto da minatore. Il percorso ‘classico’ è quello detto ‘Monteneve compatto’, adatto anche a persone diversamente abili, della durata di circa 2 ore: attraverso un comodo percorso all’interno delle gallerie, a Masseria, è possibile sperimentare con mano e vivere i metodi di estrazione e il lavoro dei minatori, scoprendo non solo i metodi di scavo ma anche la frantumazione e il lavaggio del materiale estrattivo. Nell’ex dormitorio dei minatori è stato allestito il museo che raccoglie documentazione e materiali riguardanti l’intera area.

Con ‘Monteneve avventuroso’, invece, dopo la visita del precedente tour, si sale in autobus e si raggiunge la galleria Poschhaus, a quota 2000: si sale sul trenino dei minatori e si penetra per oltre 3 chilometri nelle viscere della montagna. La visita prosegue poi a piedi, tra gallerie verticali, corsi d’acqua e ambienti veramente suggestivi. Anche qui sarà possibile utilizzare mazzetta e scalpello e provare l’emozione di cavare minerali e pietre.

Chi preferisce muoversi anche all’aria aperta e ha voglia di qualcosa di più impegnativo può scegliere un’escursione di un’intera giornata (10 ore), il ‘Mondo delle Miniere di Monteneve’. Dalla Poschhaus si prosegue a piedi per la valle di Lazzago, ammirando i percorsi e i tracciati che permettevano il trasporto del minerale verso valle, fino alla forcella di Monteneve, a quota 2700 metri, che dà sulla val Passiria e su San Martino. Si discende poi per una strada diversa raggiungendo la galleria Karl: qui, attraverso 6 chilometri di gallerie percorsi in parte a piedi e in parte con il trenino, si torna al punto di partenza.

www.bergbaumuseum.it