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La festa di San Paolino a Nola, in Campania

La festa di San Paolino a Nola, in Campania

Nel dicembre del 2013 la notizia è diventata ufficiale: la Festa dei Gigli di Nola è patrimonio dell’umanità, lo ha stabilito l’UNESCO. Una tradizione molto antica, che nei secoli è rimasta praticamente immutata. La festa si svolge la domenica 22 giugno ed è dedicata a san Paolino, patrono della città. Nola, città natale di Giordano Bruno, è una cittadina di oltre 30.000 abitanti in provincia di Napoli.

Interessante è il centro storico, con la chiesa barocca di Santa Chiara, settecentesca, dalla splendida cupola in mattonelle maiolicate, e il palazzo Orsini (1461), con materiale di spoglio di edifici romani e un portale e finestre in stile catalano. Il duomo (1395-1402, ricostruito alla fine dell’Ottocento, custodisce notevoli opere d’arte, tra cui un pulpito con pregevoli rilievi di Giovanni da Nola, nativo della cittadina (ca. 1488-1558); suggestiva è la cripta, costruita sui ruderi di un tempio dedicato a Giove e consacrata a San Felice, primo vescovo della città.

I gigli protagonisti della festa sono pinnacoli con l’anima di legno e decorati con cartapesta e materiali plastici. Sono altri 25 metri o più e le loro decorazioni rappresentano il santo patrono o anche fatti e personaggi legati all’attualità. Saranno loro ad animare la giornata di festa in un modo veramente incredibile. L’origine dei Gigli ha due versioni, una più seriamente antropologica, l’altra più legata alla tradizione del santo.

Secondo la prima versione la festa sarebbe la trasformazione di un rito pagano legato alla fertilità, nel quale si utilizzavano alberi o bastoni fioriti. La notizia più antica della festa dei Gigli risale però intorno alla fine del Quattrocento, dove si parla di fiori e ortaggi portati in processione. San Paolino era nato a Bordeaux nel 353; il suo nome era Ponzio Meropio Anicio Paolino e fu console e governatore di vari centri della Campania, fino a che non si convertì al cristianesimo e divenne vescovo di Nola.

La città fu saccheggiata dai barbari che rapivano i giovinetti, trasportandoli in Nordafrica. Paolino, non avendo denaro, per riscattare i prigionieri offrì se stesso. E in Africa impiegato come giardiniere fece miracoli, come far nascere frutta fuori stagione e moltiplicare il raccolto. In seguito a questo fu liberato, e raggiunse la Campania in barca. Mentre arrivava Nola, fu accolto da una folla plaudente mentre i rappresentanti delle corporazioni dei vari mestieri lo festeggiavano agitando gigli in segno di gioia. Era il 409, il 22 giugno.

In occasione della festa, perciò, ancora oggi si allestiscono i Gigli: sono 8, uno per ogni corporazione di arti e mestieri, che sono Salumiere, Panettiere, Ortolano, Calzolaio, Beccaio, Bettoliere, Fabbro e Sarto. La preparazione di ogni giglio occupa circa 10 mesi lavoro. In questo periodo, oltre a decidere chi sarà ad occuparsi dell’allestimento, si organizzano raccolte di denaro per finanziare il lavoro e si inventano nuove canzoni che accompagneranno la danza. La struttura, di legno, ha una base di circa 3 metri e un peso di oltre 25 quintali. Alla base sono fissati parecchi pali che permettono il trasporto. E durante la processione per le strade di Nola i gigli danzano, seguendo il ritmo di musiche di ogni genere, dalla tarantella la valzer, suonata dal gruppo musicale che viene trasportato sul giglio, sistemato sulla base.

La struttura è trasportata a spalla dalla Paranza, formata da circa 150 uomini. Questi si danno il turno, si muovono con la musica e il ritmo con vari movimenti, salti e movenze, seguendo le indicazioni del Mastro di Festa, che incita, sollecita e guida, affinché il Giglio faccia il suo percorso senza mai cadere o vacillare. Un rito dove si consumano vere e proprie prove di forza e di abilità, con i confronti tra le varie corporazioni.

La festa inizia la mattina, quando i Gigli sono portati nella piazza principale di Nola, dove riceveranno la benedizione. Poi, nel primo pomeriggio, parte la processione, aperta dalla Barca che trasporta la statua di san Paolino: seguono poi i Gigli secondo un ordine prestabilito, che è sempre lo stesso: Ortolano, Salumiere, Bettoliere, Panettiere, Beccaio, Calzolaio, Fabbro e Sarto. Così, lungo un percorso che riporterà di nuovo in piazza del Duomo, sfilano e ballano i Gigli, in un turbinare di gente, di musica, di canti e di grida, fino a notte fonda.

www.fondazionefestadeigigli.it.
www.giugnonolano.com