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Seborga: un 'principato' tutto italiano

Un delizioso borgo antico dell'entroterra ligure, schiacciato tra mare e montagna, che sogna l'indipendenza.

Un delizioso borgo antico dell'entroterra ligure, schiacciato tra mare e montagna, che sogna l'indipendenza.

Alle spalle le cime innevate delle Alpi Marittime, di fronte il panorama mozzafiato delle acque blu del mar Ligure e della vicina Costa Azzurra. Siamo a Seborga, un piccolo e delizioso borgo di 320 anime, adagiato sulle assolate colline dell’entroterra di Bordighera, tra Sanremo e Montecarlo.

Ma a rendere unico questo minuscolo paesino ligure non è l’intreccio di viuzze lastricate in saliscendi, né gli antichi edifici in pietra o le tante botteghe artigianali, che l’hanno fatto rientrare a buon diritto sia nel novero delle Bandiere Arancioni del TCI sia in quello dei Borghi più belli d’Italia.
 

Eh già, perché Seborga rappresenta una vera e propria stravaganza storico-politica nel panorama italiano

Il borgo rivendica addirittura l’indipendenza! Oltre al sindaco, infatti, a Seborga ci sono un principe ‘sovrano’, una bandiera con tanto di stemma araldico, un pugno di guardie ‘nazionali’, un inno e una propria moneta, il luigino, del valore di circa 6 dollari.

 
A ‘regnare’ sui seborghini c’è Marcello I, eletto nel 2010 dai cittadini con un mandato di sette anni per sostituire il compianto Giorgio I, il primo a sostenere le rivendicazioni indipendentiste fin dagli anni Sessanta del secolo scorso.
 
Ma quali sono le basi di queste decise pretese d’indipendenza? Tutto risalirebbe al XVIII secolo, quando l’allora principato di Seborga, di proprietà dei monaci dell’abbazia benedettina di Lerino fu acquistato da Vittorio Amedeo II di Savoia. Tuttavia, forse per un curioso caso del destino, l’atto non fu mai registrato e pertanto la legittimità dell’annessione al Regno d’Italia prima e alla Repubblica poi è messa in dubbio dai seborghini secessionisti.
 
Presunta indipendenza o meno, la bellezza peculiare di Seborga vale sicuramente una visita. Il borgo è facilmente raggiungibile dal casello di Bordighera attraverso una strada che serpeggia tra ville, palme, giardini, campi terrazzati a mimose, ginestre ed ulivi, i prodotti tipici del principato.
 
Ad accogliere il turista che fa il suo ingresso a Seborga si trova l’oratorio di San Bernardo, una piccola e austera chiesetta in pietra che, secondo alcune leggende locali, sarebbe legata addirittura all’ordine templare.
 
Il cuore della città, pardon del ‘principato’, è l’antica piazza San Martino, su cui si affacciano la secentesca Parrocchiale, dalla facciata riccamente affrescata, e il ‘Palazzo’, l’antica residenza dei monaci, nel cui interrato si trovano i resti della zecca dove tra il 1666 e l 1687 furono coniati i primi luigini.
 
Da non perdere anche il Museo degli strumenti musicali. L’esposizione permanente è aperta al pubblico tutti i giorni e conta 135 pregiati strumenti di varie epoche (dal XVIII al XX secolo) divisi in aerofoni, cordofoni, idiofoni, membranofoni e strumenti meccanici.