'Ivg, ho abortito e sto benissimo' spiega cosa fare durante l'emergenza se hai scoperto di essere incinta e non vuoi proseguire la gravidanza.
'Ivg, ho abortito e sto benissimo' spiega cosa fare durante l'emergenza se hai scoperto di essere incinta e non vuoi proseguire la gravidanza.Sei riuscita a comprare un test di gravidanza e la risposta è l'ultima cosa che avresti desiderato scoprire in questo momento. Siamo in quarantena, chiusi in casa per l'emergenza coronavirus, e in alcuni casi la notizia di una gravidanza non è una cosa buona. Il problema è che l'aborto sembra l'ultimo dei pensieri per medici e ospedali in questo momento.
Come scrivono gli attivisti di Ivg, ho abortito e sto benissimo «le interruzioni volontarie di gravidanza rientrano nei LEA (i servizi essenziali di assistenza), ovvero nei servizi e nelle prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto ad offrire ai propri cittadini, sempre. Quindi l'aborto non è una pratica accessoria, ma un diritto fondamentale che non dovrebbe essere limitato».
Se abbiamo fortuna, facciamo sesso con la persona amata. Ma se non lo siamo, potremmo essere vittime di violenza sessuale. Chi vive con soggetti violenti è più a rischio in questo momento di reclusione forzata. Quindi le gravidanze indesiderate potrebbero non essere così rare come si pensa, solo perché non si esce e non si corre il rischio di essere stuprate per strada. La violenza sessuale funziona benissimo - ancora, purtroppo - anche in casa.
Obiezione Respinta e Ivg, ho abortito e sto benissimo hanno creato il canale Telegram "SOS Aborto _ COVID-19": qui sono pubblicate tutte le informazioni sulla situazione relativa all'aborto in Italia. In più l'organizzazione ha lanciato alcuni consigli per tutte le donne che hanno scoperto di essere incinte e che vogliono abortire in questo periodo.
Cosa fare se sei incinta e vuoi abortire ai tempi del coronavirus.
Non farti prendere dall'ansia
Gestire le emozioni in questo momento è essenziale. Bisogna predisporsi ad affrontare la situazione in maniera propositiva. Devi scegliere se agire da sola o chiedere il supporto della tua rete sociale. L'obiettivo ora è sentirsi a proprio agio durante tutto il processo, in modo da essere lucide e pronte ad agire. È vero, là fuori è tutto molto più difficile ma, come consigliano gli attivisti «non pensare mai di non riuscire a trovare una strada». Andrà tutto bene, per tutti e tutte, anche per te.
Quanto tempo hai a tua disposizione
La legge 194/78 consente l'Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) entro i primi novanta giorni (pari a dodici settimane), calcolati a partire dalla data delle ultime mestruazioni. Superato questo termine, è possibile praticare l'aborto terapeutico (ITG) se la gravidanza o il parto comportano un grave rischio per la vita della donna o quando sono accertate patologie che possano determinare un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.
Si può accedere anche all'aborto farmacologico tramite la pillola RU486. Questa pratica può essere eseguita entro le sette settimane. «Ricorda che (la RU486) non è presente in tutti gli ospedali che effettuano le IVG, a maggior ragione in questo periodo, in cui alcuni ospedali scelgono di interrompere questo tipo di servizio a favore del solo chirurgico», si legge sul blog.
Questo perché, nonostante siano passati 10 anni dall'introduzione di questo farmaco, in molte regioni la sua somministrazione prevede l'obbligo di ricovero di tre giorni. Certo, si possono firmare le dimissioni e andare a casa. È anche vero che molte regioni si stanno adeguando all'assetto europeo, prevedendo l’assunzione delle due pillole a 48 ore di distanza senza necessità di rimanere in ospedale.
Ma molti nosocomi preferiscono mantenere l'intervento chirurgico come pratica primaria, perché si può fare in day hospital. Ma ora le anestesie necessarie per le operazioni sono tutte dirottate verso l'emergenza coronavirus. Questo potrebbe rallentare l'aborto.
Cosa fare per poter abortire
«Il passaggio necessario è quello di ottenere il certificato che attesti la gravidanza, ai fini dell’IVG, al fine di poter andare in ospedale», spiegano sul blog. Superati i sette giorni di riflessioni previsti obbligatoriamente dalla legge 194/78, si può accedere all'operazione, a meno che sul certificato non sia indicato il carattere di urgenza.
Dove ottenere il certificato
Prima di partire alla ricerca del certificato, munisciti di carta di identità, tessera sanitaria e certificazione delle beta hCG, il cosiddetto ormone della gravidanza. Portando un po' di urina in un barattolo pulito in un laboratorio di analisi o in farmacia, otterrai il documento in giornata. Tutto questo rispettando le dovute prassi sanitarie previste dall'emergenza covid-19.
Puoi chiedere il certificato presso i consultorio anche se, come spiegano le autrici, dalle segnalazioni sul canale Telegram, molti uffici risultano chiusi o aprono solo per le emergenze (tra cui i certificati IVG). Pertanto, prima di muoverti, accertati che il consultorio della tua città o, in sostituzione, quello dei comuni vicini sia operativo.
Se hai un professionista privato di riferimento, puoi ricorrere al tuo ginecologo. Se obiettore, potrebbe rifiutarsi di rilasciarti il documento. In quel caso cambia interlocutore. Anche il medico di base può aiutarti e rilasciare il certificato. Stando al testo legislativo, il medico di fiducia può essere quello di base o un altro professionista, che non può praticare l’obiezione di coscienza e non attestare il tuo stato di gravidanza. «In caso contrario - ricordano sul blog - si può provvedere a denuncia per interruzione di pubblico servizio».
Se devi spostarti in un altro comune per ottenere il certificato IVG, ricorda di compilare l'autocertificazione, barrando la motivazione "motivi di salute", dato che - lo ricordiamo - l'aborto è tra le pratiche sanitarie necessarie.
Cosa fare con il certificato
Individuati gli ospedali più vicini a casa tua, che effettuano l'IVG, telefona in reparto e prendi un appuntamento. Se ti dicono che il servizio è interrotto a causa dell'emergenza coronavirus, le attiviste chiedono di «informarci per poter verificare se effettivamente quanto affermato risponda a verità e chiedere sempre con chi si sta parlando». Si può sempre chiedere di parlare con il primario o con qualche responsabile. Attualmente le pagine Ivg, ho abortito e sto benissimo, Obiezione Respinta, Vita di Donna Onlus stanno tenendo aggiornate le informazioni sui servizi offerti dagli ospedali.
Cosa fare dopo aver abortito
Se sei riuscita ad abortire, prenditi un momento per te. Sfrutta il silenzio della città o la tua casa, come guscio dove trovare protezione. Oppure chiedi aiuto ad altre donne intorno a te, ascoltando le loro testimonianze. Anche se distanti, non siamo sole.