Un esame del sangue potrebbe permettere di diagnosticare 5 tumori diversi. Scopri di cosa si tratta!
Un esame del sangue potrebbe permettere di diagnosticare 5 tumori diversi. Scopri di cosa si tratta!Studiare i tumori con un semplice esame del sangue: l’allettante prospettiva è, in alcuni casi, già realtà, ma richiede di conoscere il cancro con cui si ha a che fare e di analizzare il suo genoma per poi monitorarne la presenza in circolo.
Una ricerca dei National Institutes of Health statunitensi sembra però spalancare le porte ad un’altra possibilità.
In futuro potrebbe essere possibile diagnosticare la presenza di diversi tipi di tumore in una fase precoce di sviluppo semplicemente analizzando la metilazione del DNA ottenuto tramite un prelievo di sangue
Pubblicata sulle pagine del Journal of Molecular Diagnostic, la ricerca in questione ha infatti svelato che nei tumori il DNA attorno al gene ZNF154 è modificato mediante metilazione (cioè aggiunta di gruppi chimici detti “metile”) in almeno 5 diversi tipi di tumore.
Già in passato i suoi autori avevano identificato la stessa modificazione in 15 diversi tipi di cancro provenienti da 13 organi diversi. “E’ il primo [marcatore] di questo tipo valido per così tanti tipi di cancro”, spiega Laura Elnitski, responsabile dello studio.
In particolare, in questo nuovo studio la metilazione è stata identificata in tumori al colon, ai polmoni, al seno, allo stomaco e all’endometrio.
Elnitski e colleghi hanno inoltre messo a punto un programma informatico in grado di stabilire un livello di metilazione oltre il quale è possibile rilevare la presenza del DNA tumorali.
Il prossimo passo sarà analizzare campioni di sangue prelevati da pazienti con tumori alla vescica, al seno, al colon, al pancreas e alla prostata per verificare l’accuratezza del metodo in presenza di basse quantità di DNA circolante nel sangue.
Inoltre i ricercatori valideranno l’analisi del sangue in pazienti con cancro all’ovaio durante i trattamenti, verificando allo stesso tempo se questo test può aiutare sia a migliorare la prognosi che a identificare più efficacemente eventuali recidive.
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Fonte: NIH