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Sono stata 12 ore su Tinder e questo è quello che è successo

Sono bastate 12 ore su Tinder per farmi capire che per me è no. Vi spiego perché.

Sono bastate 12 ore su Tinder per farmi capire che per me è no. Vi spiego perché.

Non sono mai stata una grande frequentatrice di siti o chat per conoscere gente, ma il fatto che Tinder sia ormai sulla bocca di tutti (a prescindere dall’età) mi ha incuriosita parecchio e mi ha fatto venire voglia di provarlo.

Ho conosciuto persone che si sono fidanzate su Tinder e sono state insieme due anni. Ho conosciuto gente sposata che ha trovato un modo per scappare dalla routine rifugiandosi in seducenti incontri occasionali. Impaziente di sapere cosa il destino aveva il serbo per me, ho scaricato l'app.

Tinder: l’impatto iniziale


Foto: via GIPHY

Ribadisco: non sono mai stata un’amante delle chat. Parlare con degli sconosciuti della mia vita mi è sempre piaciuto di più dal vivo. Riesce a darti un senso di liberazione e sollievo che difficilmente trovi in chi crede di conoscerti. E invece ti giudica e basta. Alla fine, però, ho ceduto, cercando di capire perché per gli altri fosse diventata una risorsa insostituibile per aprirsi agli incontri più inaspettati.

Ho evitato di caricare il mio profilo di troppe informazioni. Niente foto a figura intera, perché sono sempre stata titubante nel lasciare che le mie foto viaggino libere nell’etere. Ho messo una foto dei miei occhi (il mio punto di forza) e una in cui sorridevo. Tagliata a metà, si vedeva solo una parte del viso. Poi ho iniziato a scorrere le varie proposte dell’applicazione…

Le tipologie di ragazzi che ho beccato su Tinder
 

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Ho scritto la mia età, ma non ho selezionato la fascia di uomini con la quale volevo interagire. Così, le prime persone che ho visto (e ho scartato) erano tutti ragazzi più giovani di me. E dato che non non più voglia di avere a che fare con i ragazzini, ho alzato di molto la soglia, partendo dalla mia età fino ad arrivare ai 49 anni.

Mi piacerebbe fare una classifica dei tipi umani che ho visto nelle mie 12 ore di "tentativo tinderiano" di conoscere qualcuno, ma sarebbe troppo banale. Per me un uomo che spende troppo tempo a farsi la foto per il profilo, non va già bene. Questo ha ridotto al 60% la possibilità di avere un match con qualcuno. Togliamo poi le foto dei palestrati, quelle in mutande, quelle di quarantenni un po’ troppo attempati pure per me che ne vado matta, alla fine Tinder mi ha offerto dei match con una decina di persone. Ho interagito soltanto con 4.

Tinder, soggetto numero uno: quello fidanzato
 

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Ragazzo super carino. Con i capelli rossi e gli occhi azzurri. Così carino da farti credere che quello in foto sia suo cugino, non lui. Iniziamo a scriverci. Mi fa subito dei complimenti per gli occhi. Gli scrivo che anche i suoi sono belli. Mi risponde che i miei gli sembrano quelli di una persona passionale.

Continuiamo a scriverci. Viene fuori che è fidanzato, ma non c’è più passione. Eccolo, sgamato. Il pezzo di merda che non ha il coraggio di mollare la ragazza, ma fa il cretino su Tinder, lanciando complimenti alle altre. Dopo aver ricevuto altri commenti piccanti sulle mie labbra, decido di abbandonare la conversazione.

Tinder, soggetto numero due: il finto impegnato
 

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Non guardo neanche bene le sue foto. Leggo la descrizione nella bio “Le persone profonde piacciono a tutti”. Tento un approccio diverso. Mi attacco a quella frase e faccio un ragionamento profondo.

Gli scrivo che non sono d’accordo. Che le persone profonde piacciono solo a quelli che sono in grado di scavare e scoprire la loro profondità. Niente. Nessuna risposta. Mi sa che di profondo, qui, c’era solo il tempo che avrà impiegato per trovare quella citazione su Google.

Tinder, soggetto numero tre: quello normale
 

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Finalmente una persona normale. Una persona mediamente simpatica. Uno al quale posso chiedere “Sto perdendo tempo qui su Tinder, vero?” e che non risponde con un’allusione sessuale.

Uno che mi sembra vero e che, da quello che mi dice l’app, si trova a 6 km da casa mia. Uno che potrebbe anche essere da approfondire, ma era così normale che alla fine mi sono annoiata. Problema mio, lo ammetto!

Tinder, soggetto numero quattro: cala il sipario
 

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Ed eccola che arriva, la chicca finale. Mi scrive lui per primo. Niente domande per sapere chi sono. Lui è uno che va dritto al sodo. “Perché non fai vedere le tue foto? Vuoi mantenere l’anonimato per fare la porcellina?”.

Quello è stato il momento in cui ho deciso di disinstallare Tinder. Ma spero che qualcuno di voi sia riuscito a trovare l’amore, anche se mi sa che stavate cercando altro! Ah, sì, comunque al numero 4 ho risposto perché sono educata. “Ahahahahahahahahahaahah”.