Amore
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L’amore irrealizzato e la teoria del pensiero felice

Le storie che non hanno mai preso forma sono quelle su cui sappiamo di poter fare sempre affidamento. Ecco perché.

Le storie che non hanno mai preso forma sono quelle su cui sappiamo di poter fare sempre affidamento. Ecco perché.

Per ognuna di noi c’è almeno un amore irrealizzato nella propria vita: una storia che non ha mai preso forma, che non si è mai concretizzata nella realtà.

Nel tempo, ne conserviamo gelosamente il ricordo in modo felice.

Elaboriamo, dentro di noi, più o meno consapevolmente, la teoria del pensiero felice. In pratica, quell’amore diventa il nostro piano Z: se anche la relazione in corso finirà, sappiamo che potremo appoggiarci su quel ricordo per credere che l’amore in fondo esista. L’aspetto meraviglioso dell’amore irrealizzato è questo: è felice proprio perché non è mai iniziato “nella pratica”. E, per questo, sarà l'unico che non finirà mai.

Spesso si tratta dei ricordi più “antichi”: degli amori da liceo, di quel ragazzo che ci ha fatto battere per primo il cuore, di quel bacio mancato che sarebbe potuto esserci e che, invece, non c’è stato.

Tutte le volte in cui si sentiremo non amate abbastanza, ricorreremo al pensiero di “quanto lui mi avrebbe amato” per rimetterci in piedi. E nutrirci di quel sentimento lontano e impossibile che continua a riscaldarci il cuore. Avere almeno un amore impossibile (e per questo infallibile) rende più romantica la vita. Se non esistessero store irrealizzate, dovremmo inventarle.

Foto @ lucky1984 | Fotolia.com