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Disfunzioni sessuali: le terapie farmacologiche

In quali casi le disfunzioni sessuali, dopo un'attenta diagnosi, possono essere curate con farmaci che aiutano la sessualità

In quali casi le disfunzioni sessuali, dopo un'attenta diagnosi, possono essere curate con farmaci che aiutano la sessualità

Come già descritto qui le disfunzioni sessuali sono disturbi psicosomatici che impediscono all’uomo e alla donna di avere e/o di godere il coito o più in generale il piacere sessuale.

Possiamo riassumere le disfunzioni sessuali in:

● disturbi del desiderio (desiderio sessuale ipoattivo, avversione sessuale )
● disturbi della fase eccitatoria (alterazioni della lubrificazione e dell’erezione )
● disturbi della fase orgasmica (anorgasmia, eiaculazione precoce o ritardata )
● disturbi da dolore sessuale
● vaginismo

Le cause organiche di una disfunzione sessuale possono essere legate ad alterazioni vascolari, endocrine, neurologiche, degenerative, che colpiscono direttamente gli organi genitali oppure le “centraline” neurologiche che controllano il ciclo della risposta sessuale.
Le procedure diagnostiche per individuare l’origine del problema comprendono l’esecuzione di un’anamnesi dettagliata, di un esame clinico, di esami di laboratorio e strumentali, di test psico-diagnostici.

I farmaci attualmente utilizzati in sessuologia sono:

● ansiolitici: per ottenere un effetto di contenimento sull’ansia prestazionale, peraltro con scarsi risultati
● antidepressivi (triciclici e di nuova generazione-ssri): per la possibilità di ritardare in una ridotta percentuale di casi il riflesso eiaculatorio
● prostaglandine: iniettabili direttamente nei corpi cavernosi del pene, per la possibilità di indurre un’erezione duratura poco o nulla modificabile dal desiderio e dal periodo refrattario
● molecole che favoriscono la vasodilatazione e quindi l’erezione il cui capostipite attualmente in commercio è il sildenafil (dal nome commerciale di Viagra)

Sono personalmente favorevole alle opportunità fornite da questa tipologia di farmaci per la possibilità di integrazione con le terapie sessuologiche. Si tratta di farmaci che secondo il mio giudizio “rispettano il paziente” poiché sono in sintonia con il suo desiderio e con la sua eccitazione.

Utilizzando una metafora, questi farmaci non spingono sul motore della macchina erettiva, ma rimuovono il freno che potrebbe impedirne l’avanzamento. L’assunzione di farmaci vasodilatatori del pene (Viagra, Cialis) senza un adeguato stimolo eccitatorio mentale non è quindi in grado di promuovere l’eccitazione e spesso gli insuccessi sono dovuti al fatto che dopo averlo assunti il paziente cerca la prestazione e non il piacere. A dimostrazione che anche una prescrizione medicamentosa deve tenere conto del paziente nella sua integrità psicosomatica.

E’ auspicabile, considerando la futura commercializzazione di un numero sempre più grande di farmaci attivi sulla risposta sessuale, che il medico maturi la disponibilità ad uno specifico lavoro formativo sull’argomento, per gestirne al meglio la prescrizione.

Una collaborazione diretta fra medico ed esperto in sessuologia che stabilisca un canale comunicativo diretto nella conduzione dei casi clinici rappresenta a mio avviso la migliore prospettiva per la risoluzione dei problemi del paziente.

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