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Tutti gli amori di Nureyev, l'omosessuale che non andava con i gay

Forza, tenacia, passione, ma anche tanta solitudine: Nureyev, il ballerino russo che ha cambiato le regole del balletto, ha amato tanto, in modo non convenzionale.

Forza, tenacia, passione, ma anche tanta solitudine: Nureyev, il ballerino russo che ha cambiato le regole del balletto, ha amato tanto, in modo non convenzionale.

Rudolf Nureyev nasce su un treno, in Siberia. Già in movimento dai primi istanti di vita, con il suo talento ha attraversato il mondo, un fiume in piena di creatività, cambiando per sempre la danza. Tuttavia la sua esistenza non è stata solo applausi e luci della ribalta. Dietro il sorriso e il trucco di scena, c’era anche tanta solitudine da tenere a bada affinché non danneggiasse la sua carriera.

Nureyev era omosessuale ma, complice l'imprinting culturale e la paura di perdere tutto per comportamenti considerati "criminali" in Russia, ha sempre tenuto nascosto il suo orientamento sessuale. Tutto doveva essere fatto per il suo sogno, che ha inseguito sempre con forza e tenacia: quello di diventare “il cigno” o il Corvo Bianco come l'hanno chiamato nel film di Ralph Fiennes in uscita il 25 luglio 2019. Ma la stella del balletto ebbe comunque molti amori, turbolenti e appassionati, pur riuscendo per molti anni a tenere il massimo riserbo sulla sua vita privata.

Chi era Rudolf Nureyev, l'omosessuale che non andava con i gay

Gli esordi e la passione per il ballo

Rudolf Nureyev nasce il 17 marzo 1938 su un vagone passeggeri di un convoglio della Ferrovia Transiberiana nei pressi di Irkutsk, in Siberia. La sera del 31 dicembre 1944 assiste a un balletto dell'etoile Zajtuna Nazretdinova. Lì sente che la sua vita sarebbe stata dedicata alla danza. Nonostante avesse superato il provino all'Accademia di Danza del Teatro Bol'šoj, insiste per entrare nell'Accademia di danza Vaganova del Teatro Kirov. Ne diventa la stella in brevissimo tempo, ma il suo temperamento gli crea non pochi problemi.

L'amore per Margot Fonteyn

Negli anni Sessanta riesce a sfuggire al controllo del KGB e viene condannato per alto tradimento. Non riuscirà a tornare in patria per molto tempo, ma questo momento segna l'inizio di una carriera folgorante e l'inizio di una nuova vita. 

Anche se non consumarono mai, di tenero amore e amicizia si può parlare citando il nome di Margot Fonteyn. La ballerina inglese e il ballerino russo furono amici per tutta la vita, dal 1962 in poi, sul palco e fuori, segnando uno dei sodalizi artistici più fruttuosi della storia del balletto.

L'incontro con Robert Tracy

Con lo sbarco di Nureyev in America, la sua personalità può trovare nuovi sfoghi nei numerosissimi locali frequentati dagli artisti negli anni Settanta. Uno su tutti, lo Studio 54, dove il ballerino conosce Robert Tracy. Lui è un giovane ballerino americano e studente di Arte della Columbia University. Per lungo tempo fu suo compagno, mascherato da fidato assistente personale. A lui Nureyev devolverà un'ingente somma dopo la sua morte.

La tormentata passione per Erik Bruhn

Il rapporto più famoso e forse turbolento di Rudolf Nureyev fu con Erik Bruhn. Direttore del Balletto Reale Svedese e poi di quello Nazionale Canadese, aveva dieci anni più del ballerino russo, che nel 1961 lo cercò dopo aver visto un suo balletto in un filmino di contrabbando. Nonostante la differenza d'età, divenne il suo amante, il migliore amico, ma anche il nume tutelare che protesse l'eccentrico artista dalle sue stesse follie. Erik Aschengreen, docente e critico di danza, racconta: «Pochi sapevano di loro. Erano gli anni ’60 e, anche se era permesso dalla legge, non era “normale” vedere coppie gay»

La loro storia fu lunghissima, costellata di tradimenti da parte di Nureyev, tentativi di convivenza che terminavano dopo poche settimane, continue liti e riappacificazioni. «Se mi scriverai o mi telefonerai per dirmi che il tuo amore per me è ancora forte mi restituirai l’energia, la fiducia, la speranza», scriveva Erik a Rudolph dopo l'ennesima separazione.

Fra i due c'era anche una fortissima competizione che li ha fatti litigare furiosamente per anni. Ma quando Bruhun fu ricoverato in fin di vita, ufficialmente a causa di un tumore ai polmoni, Rudolph accorse al suo capezzale. Gli rimase vicino, sussurrandogli all’orecchio fino alla morte, i ricordi del passato condiviso. Bruhun aveva 57 anni.

Nureyev e Freddie: verità o menzogna?

Nella documentata biografia Nureyev. Senza trucco è emerso un altro, tenero legame che ha rischiarato la solitudine del grande ballerino russo. Dalle ricerche dell’autore è emerso che Nureyev ha avuto una relazione molto profonda con Freddie Mercury. Finora ad accomunarli c’era stato solo il triste destino condiviso da entrambi - la morte per Aids.

I due si erano conosciuti nel 1987, in occasione di una serata di gala organizzata da re Juan Carlos a Madrid. Questo libro mette in luce anche la profonda passione che li ha legati. Si incontravano ogni volta che potevano. Si scrivevano appassionanti lettere d’amore. Trascorrevano lunghe ore al telefono e, quando la mancanza diventava insopportabile, cancellavano i propri impegni all’improvviso pur di incontrarsi, anche nel cuore della notte.

Tuttavia, in un’intervista rilasciata al portale Gay.it, il suo manager e fisioterapista Luigi Pignotti sconfessa questa relazione, «una pura invenzione per fare una telenovela che poi non è partita. Poi Mercury era gay e Nureyev non andava con i gay». Rivela invece un'altra follia nata in America, quella per un certo Kenneth, ballerino di Boston, che fece perdere la testa al povero Nureyev. In cerca di popolarità, irretì il ballerino russo attraverso un rapporto amoroso. Fu proprio Pignotti a dissuadere Kenneth dal mettersi di nuovo in contatto con Nureyev.

Rudolf Nureyev cambiò per sempre il mondo della danza, anche negli anni bui, quelli prima della sua morte. Provato nel fisico, volava alle prime all'Opera di Parigi. Nei suoi ultimi anni di vita creò le coreografie più grandiose della sua carriera, convertendo la paura in energia. Morì nel 1993 di Aids, due anni dopo il suo "Eddie". 

Foto: LaPresse