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Come scoprire la carenza di vitamina A nelle tartarughe d'acqua dolce

La carenza di vitamina A è uno dei problemi più frequenti nelle tartarughe acquatiche. Ecco come scoprire se la nostra ne è affetta.

La carenza di vitamina A è uno dei problemi più frequenti nelle tartarughe acquatiche. Ecco come scoprire se la nostra ne è affetta.

Una delle patologie che si osserva più di frequente nelle tartarughe acquatiche è la carenza di vitamina A, o ipovitaminosi A legata a una cattiva alimentazione.

Le tartarughe alla nascita possiedono nel fegato una riserva di vitamina A sufficiente per circa sei mesi, o anche meno se alimentate con una dieta iperproteica.

Se la dieta è carente di vitamina A o del suo precursore, il beta carotene che viene poi convertito dall’organismo della tartaruga in vitamina A, dopo questo periodo le scorte risultano esaurite e cominciano a manifestarsi i primi sintomi.
Questa ipovitaminosi si osserva infatti soprattutto nelle tartarughe più giovani, nutrite esclusivamente con gamberetti essiccati, alimento del tutto privo di questa vitamina. La carenza può instaurarsi però anche nei soggetti adulti.

Come è noto in genere le tartarughe d’acqua dolce (come Trachemys, Pseudemys, Chrysemys) sono prevalentemente carnivore da piccole, ma diventano progressivamente vegetariane con la crescita. E poiché i vegetali contengono vitamina A in misura variabile, a seconda del tipo, evitare l’ipovitaminosi è in teoria molto più semplice rispetto a una giovane, a meno che non si segua una dieta monotona con un tipo di vegetali che ne sono più poveri.

Come si manifesta

La carenza di vitamina A causa un’alterazione, detta metaplasma, delle superfici che rivestono l’apparato respiratorio, congiuntivale e genitourinario.

La sintomatologia principale della carenza di vitamina A è però a livello oculare con un edema delle palpebre che appaiono gonfie tanto da causare la chiusura degli occhi.
I proprietari inesperti imputano spesso questi sintomi a una congiuntivite, che trattano inutilmente con colliri o pomate oftalmiche, magari su consiglio di qualcuno che non ha visto la tartaruga né sentito la sua storia. Basterebbe invece chiedere che tipo di alimentazione segue per sospettare la vera causa del problema e andare a cercare anche altri sintomi associati meno evidenti.

La tartaruga infatti smette anche di alimentarsi, un po’ perché incapace di aprire gli occhi e quindi di vedere, e un po’ perché il danno è anche a livello degli organi interni e l’animale soffre. Motivo per cui se non trattata, la carenza di vitamina A porta il piccolo rettile a diventare sempre più apatico e infine a morire d’inedia nel giro di alcuni mesi.

Attenzione quindi a non sottovalutare i sintomi

Se l’alimentazione che gli diamo è molto monotona e priva di vegetali e soprattutto se è presente anche gonfiore oculare, facciamola vedere al più presto a un veterinario, soprattutto in autunno (VEDI DEATIPS).

Questa patologia, oltre che prevenibile con una dieta adeguata, può essere facilmente curata, a patto di non attendere troppo.

photo credit: Soller Photo via photo pin cc

Tipsby Dea

Non confonderla col letargo

In autunno la mancanza di vitalità della tartaruga per avitaminosi A può essere scambiata per l’entrata in letargo: nel dubbio non esitiamo a portare la nostra amica dal veterinario perché il rischio è di accorgersi che è malata molti mesi dopo, quando in primavera non riprende a muoversi e mangiare. Troppo tardi.