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Millennials: tutto sulla generazione Y

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Più social (ma meno severi?): come sono i genitori Millennials

Si sposano meno e rimandano l'avere un figlio, facendo le "prove generali" con cani e gatti. Ma come genitori sono migliori rispetto a quelle di molte generazioni del passato. 

Si sposano meno e rimandano l'avere un figlio, facendo le "prove generali" con cani e gatti. Ma come genitori sono migliori rispetto a quelle di molte generazioni del passato. 

Passano più tempo con i loro bambini, sono meno severi, più attenti. Si informano e, se hanno qualche problema con i loro pargoli, si confrontano sui social, dove condividono aspetti anche teneri della loro paternità. Se le mogli lavorano, accettano molto volentieri di stare in casa, ma guai a chiamarli "mammi".

Ecco chi sono i genitori Millennials e perché sono migliori rispetto ai loro predecessori

Figli sempre più tardi

I genitori Millennials sono quelle donne e uomini nati tra il 1982 e il 1996 che, intorno ai 31 anni, decidono di avere il primo figlio. Le ragioni di questa scelta stanno in diversi fattori tra cui gli effetti della crisi economica, i cambiamenti del mondo del lavoro, che ha sottratto alle giovani famiglie la stabilità necessaria per programmare un figlio. In più, i Millennials viaggiano di più e, egoisticamente, vivere esperienze emozionanti anche con piccoli budget, che da genitori non potrebbero vivere.

Meglio un animale

Il crollo verticale subito dalla natalità in Italia ha portato alla luce un altro fenomeno. I Millennials preferiscono avere un animale a quattro zampe in casa prima di fare un bambino. Un po' come prova generale, un po' per colmare un fisiologico senso di maternità/paternità, questa generazione ha sviluppato un fortissimo attaccamento a cani e gatti.

Genitori Millennials

Ma quando i Millennials decidono di diventare genitori, lo vogliono davvero e vivono questa esperienza con grande gioia. Sono mamme e papà attenti. Soprattutto questi ultimi impressionano per attenzione e tempo speso con i pargoli. Sono meno severi, si informano e condividono le proprie esperienze e momenti di gioia con i figli sui social.

Il 67% di loro sostiene che il ruolo di padre e madre siano equivalenti. Per questo, se la mamma lavora, non hanno problemi a rimanere a casa: preferiscono mantenere la loro specificità di ruolo ampliando il proprio lato emotivo e affettivo. Infatti, i papà Millennials sono anche molto fisici, a discapito della generazione che li ha educati.

Non si vergognano a usare app e web per trovare le dritte necessarie a scaldare il biberon, a individuare la libreria più fornita o a confidarsi su Facebook con altri padri. Questo fenomeno fino a poco tempo fa era appannaggio delle mamme, ma pian piano questo trend si sta diffondendo anche tra i papà. Ne è un esempio The Walking Dad, pluripremiato blog di Giovanni Abbaticchio in cui i padri 2.0 reinterpretano la paternità in chiave social.

Mentre i papà condividono online, le mamme considerano il tempo speso su Facebook e Internet in generale come un momento di libertà dal lavoro, dai figli e dalla cura della casa. Tuttavia sono attive sui social e creano legami con le proprie "colleghe" mamme per sostenersi nelle piccole e grandi problematiche connesse all'essere genitrici.

Sono le più istruite di sempre, hanno grandi aspettative per sé e per i propri figli, sono molto attente al risparmio (spulciano i coupon e acquistano solo ai saldi). Sono mamme ansiose (al contrario dei papà, che si tranquillizzano dopo la nascita dei figli), ma che non rinunciano alle proprie passioni e al coltivarsi.

Sono mamme rivoluzionarie, le Millennials. Interagiscono con i brand e, senza scendere in piazza per manifestare i propri diritti, orientano il mercato e fanno valere le proprie opinioni con i loro comportamenti. Delle vere combattenti 2.0