Gravidanza
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Rimanere incinta dopo parto cesareo: quanto tempo bisogna aspettare?

Una voglia di maternità non ancora del tutto soddisfatta, il desiderio di dare un fratellino o una sorellina al figlio appena nato, anche per una questione di età: le ragioni che spingono una donna a pensare di rimanere incinta e non aspettare troppo per fare un altro figlio sono tante, così come le domande che riguardano in particolare come affrontare il parto, soprattutto se a distanza ravvicinata, e la possibilità di sottoporsi a un parto naturale dopo un cesareo.

Restare incinta dopo il cesareo, quanto aspettare?

Quando si tratta del tempo da aspettare per provare a restare nuovamente incinta, la media consigliata dai medici e dai ginecologi va da 1 a 2 anni. La questione principale riguarda infatti la cicatrice del taglio cesareo, eseguito sull’utero, che deve avere il tempo di rimarginarsi: in caso contrario, se il tessuto è troppo debole potrebbe lacerarsi per il peso del feto e provocare la rottura dell’utero.

Gli esperti consigliano di aspettare almeno un anno tra parto e concepimento, ma di tenere comunque in considerazione il cosiddetto “capoparto”, ovvero il primo ciclo mestruale regolare che si presenta dopo il parto, circa 6 mesi dopo. Raggiunto quel punto, dopo essersi consultati con il proprio ginecologo, è possibile iniziare a provare nuovamente a restare incinta.

Un'altra domanda che si pongono molte neomamme è: quali sono i sintomi di una seconda gravidanza dopo il cesareo? Anche in questo caso la risposta varia a seconda della persona, anche se spesso sono differenti per intensità rispetto alla prima. Un indizio utile riguarda il pancione: il pavimento pelvico si modifica dopo una gravidanza, ed è probabile che la pancia inizi a vedersi molto prima rispetto alla prima.

Parto naturale dopo il cesareo, è pericoloso?

Gli esperti sono concordi nel sostenere che è possibile avere un altro bambino dopo una gravidanza conclusa con il parto cesareo programmato, a patto di monitorare attentamente la gravidanza per prevenire e individuare eventuali complicanze e agire con rapidità per il benessere della mamma e del bambino.

Il rischio più grande, come detto, è la rottura dell’utero che peso e contrazioni possono provocare se il tessuto è ancora fragile. Tra le altre complicanze ci sono emorragie e distacco della placenta.