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Bambini e capricci: cosa fare se tuo figlio non vuole andare a scuola

I capricci dei bambini sono spesso un modo per comunicare quando c'è il timore di non essere ascoltati, compresi o aiutati. Ecco qualche consiglio per gestirli quando c'è di mezzo la scuola.

I capricci dei bambini sono spesso un modo per comunicare quando c'è il timore di non essere ascoltati, compresi o aiutati. Ecco qualche consiglio per gestirli quando c'è di mezzo la scuola.

Pianti interminabili, scenate spesso imbarazzanti davanti ad altri genitori o a sconosciuti, vicini arrossati e urla: affrontare i capricci dei bambini a volte è molto complicato, soprattutto se i suddetti capricci si trasformano in una crisi isterica dei bambini che sembra andare avanti per minuti che diventano eterni.

A ogni età il suo capriccio

I capricci, come ogni genitore ben sa, possono scoppiare in qualsiasi momento e per svariati motivi: un giocattolo non comprato è uno dei tipici capricci dei bambini di 4 anni, un diniego o un divieto sono tipici capricci dei bambini di 7 anni, pura e semplice stanchezza possono essere capricci dei bambini di due anni e mezzo, o ancora il non voler andare a scuola, o all’asilo.

In quest’ultimo caso spesso il capriccio, che è il modo che i bambini spesso utilizzano per comunicare non conoscendone di più efficaci, è più legato a paure, timori e insicurezze più che a un desiderio non soddisfatto, ed è per questo che le modalità per affrontarlo sono differenti.

Il bambino che si getta a terra o si aggrappa urlante alle ginocchia della mamma al momento du uscire di casa per andare a scuola, o di entrare in classe, solitamente lo fa perché sente o tema di non essere ascoltato o aiutato. Per questo motivo la prima cosa da fare per affrontare un capriccio è invitarlo a calmarsi, allinearsi alla sua altezza e rendergli ben chiaro, con voce ferma e autorevole, ma pacata, che lo si sta ascoltando.

Foto: Dmitrii Shironosov  © 123RF.COM

Come affrontare i capricci dei bambini

Concedere un po’ di tempo al bambino affinché si calmi è fondamentale per aprire un canale comunicativo. Se però il capriccio continua, senza che vi sia cenno di apertura, è necessario mettere un po’ di distanza e ignorarlo - ovviamente senza sgridarlo né rimbeccarlo o allontanarsi alla vista - sino a quando non abbasserà i toni e sarà possibile parlare, comunicare e soprattutto spingerlo a dare voce alle sue angosce.

A quel punto è compito del genitore rassicurare il piccolo, per esempio sul fatto che la scuola è una nuova esperienza e può riservare tante sorprese, o ancora che verrà aspettato all’entrata per tornare a casa insieme e parlarne. Attenzione, però: mai mentire per far smettere il capriccio, mai fare promesse che non si possono mantenere per risolvere la situazione in immediato, o il rapporto di fiducia verrà compromesso.

Ovviamente è possibile che il capriccio perda di intensità, ma non finisca. In quel caso è necessario essere ancora una volta fermi, autorevoli e pacati e proseguire con il programma della giornata. Nel giro di qualche giorno il bambino si sarà adattato alla nuova situazione e sarà il primo a volere andare a scuola.

Attenzione, invece, se nonostante tutte le attenzioni (e pure qualche minaccia o rimprovero sfuggite al controllo), il piccolo continua a opporsi: potrebbe esserci qualche questione più complessa da approfondire con più attenzione, calma e sensibilità.

Foto apertura: Olga Zatserkovnaya  © 123RF.COM