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Donne contro gli stereotipi: lo speciale

PEOPLE: L'ATTUALITA'
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Donne contro gli stereotipi: le pioniere dell'aviazione

Amelia, Bessie, Shaesta e Pamela: sono quattro nomi simbolo di primati, avventura e coraggio. Sono 4 donne che hanno deciso di ignorare il gender gap e di conquistare il proprio posto nel mondo, controllando la cloche di un aereo.

Amelia, Bessie, Shaesta e Pamela: sono quattro nomi simbolo di primati, avventura e coraggio. Sono 4 donne che hanno deciso di ignorare il gender gap e di conquistare il proprio posto nel mondo, controllando la cloche di un aereo.

L'accesso a determinate posizioni lavorative è stato per molto tempo precluso alle donne. Alcuni ambiti - come la politica e le posizioni di leadership in tutti i settori - lo sono ancora, sottolineando l'esistenza di un perentorio e apparentemente invalicabile gender gap.

Alcune temerarie rappresentanti del genere femminile però non si sono sottomesse a questo schema e hanno infranto le barriere, diventando vigile del fuoco come Barbara o pilota di aereo.

Fra i nomi più noti tra le "pilotesse" c'è quello di Amelia Earhart che, oltre a volare per il mondo, girò gli Stati Uniti per parlare di legittimazione delle donne e del futuro glorioso dei viaggi aerei.

Come lei anche Bessie Coleman, Shaesta Waiz e l'italianissima Pamela Elena Sabato hanno dedicato la propria vita al volo aereo, diventando piloti.

Amelia Mary Earhart nasce il 24 luglio 1897. A 23 anni, grazie al padre, mette per la prima volta piede su un biplano per un giro turistico di dieci minuti sopra Los Angeles. Al solo costo di un dollaro capisce che il suo destino è lì, tra le nuvole. Compì imprese straordinarie. Nel 1928 Earhart divenne la prima donna ad aver attraversato in volo da sola l’Oceano Atlantico. Nove anni dopo provò a fare il giro della Terra in aereo, incontrando però delle difficoltà sull’Oceano Pacifico. Si presume che qui abbia incontrato la morte, una morte che per 80 anni ha alimentato un fitto mistero che oggi sembra aver trovato una soluzione.

Infatti, le ricerche condotte da Richard Jantz, del Centro di Antropologia forense dell'Università del Tennessee, gettano una nuova luce sulla misteriosa morte di Amelia. Sarebbero stati infatti identificati i resti della leggendaria pilota americana, ritrovati nel 1940 in una remota isola dell'Oceano Pacifico. Le analisi di Jantz risolverebbero un mistero finora irrisolto.

Elizabeth "Bessie" Coleman, soprannominata Brave Bessie o Queen Bess, fu la prima aviatrice afroamericana della storia. Conseguì anche la licenza di pilota internazionale. A 23 anni si trasferì a Chicago dove iniziò a lavorare come manicurista: qui curava le mani dei piloti di ritorno dalla Prima guerra mondiale. Quei racconti di volo accesero in lei la curiosità, ma nessun aviatorei di colore volle addestrarla. Incoraggiata da Robert S. Abbot, fondatore ed editore del Chicago Defender, iniziò a cercare la possibilità di farsi addestrare al volo all'estero.

Quando fu accettata in Francia, alla Société des avions Caudron di Le Crotoy, si trasferì in Europa nel 1920 e fu addestrata al volo su un biplano Nieuport tipo 82. Fu la prima donna afroamericana ad ottenere il brevetto di volo, la prima a conseguirlo presso la Société, nonché il primo cittadino statunitense. Tuttavia all'epoca, per chi voleva volare, c'era un solo campo dove tentare la fortuna: i voli acrobatici. Prese lezioni in Europa per poi tornare in America ad eseguire manovre spericolate che le valsero il soprannome di "Queen Bess".

Nonostante fosse pronta a tutto pur di completare le sue acrobazie, compreso schiantarsi al suolo e rompersi una gamba e tre costole, aveva un'idea molto pura del volo: "È l'unico luogo in cui non ci sono pregiudizi", diceva. Morì in un incidente mortale mentre eseguiva un sopralluogo in volo: una chiave inglese era scivolata tra gli ingranaggi, bloccando il motore. Bessie aveva 34 anni, stava per aprire la sua scuola di volo.

Shaesta Waiz non è solo una donna alla cloche di un aereo, è anche la prima pilota donna afgana vivente. Gira intorno al mondo per un obiettivo però che non ha a che fare solo con la passione, ma anche con l'istruzione. Infatti, promuove le materie STEM, scienza, tecnica, ingegneria e matematica. Inoltre, sponsorizza ovviamente anche le professioni aeronautiche e incoraggia le donne a credere nelle proprie potenzialità e permettere ai loro sogni di volare.

A 30 anni il suo obiettivo è infondere fiducia nell'istruzione e per farlo vola in solitaria in tutto il mondo. Alla fine di questo suo folle giro, avrà percorso 46.300 km. Singapore sarà la sua 13esima tappa. "Il nostro è un futuro STEM-oriented, e ora è dominato dagli uomini - ha dichiarato durante il suo stop in Florida -. Dobbiamo convincere le donne a investire in queste carriere affinché portino nuova linfa".

Pamela Elena Sabato appartiene al nostro presente, vive in Italia ed è la prima donna pilota di elicotteri da guerra, nello specifico un "Mangusta AW 129". Tra le altre sfide, ha trovato il tempo di vincerne una molto speciale, essendo mamma di una bimba di 3 anni. "Bisogna sempre aver paura - rivela Pamela alle telecamere della trasmissione "La Settima Porta" -. Il nostro non è un lavoro normale e se lo pigli sottogamba solo di far accadere cose spiacevoli".

Il sogno di volare le appartiene da quando, piccolissima, si fermava con il naso all'insù a guardare gli aerei che solcavano il cielo. Quando volava con la mamma, gli altri bambini piangevano al decollo: lei era di quelle che non voleva scendere. In Afghanistan svolge operazioni di esplorazione, scorta e ricognizione in supporto alle forze di terra. Nel tempo libero legge, ascolta musica e nuota.