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Donne contro gli stereotipi: lo speciale

PEOPLE: L'ATTUALITA'
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Ingrid Trombetti, la più giovane donna italiana pilota di mongolfiere

Si sente unica, perché in Italia, a soli 21 anni, è la più giovane ragazza alla guida di un mezzo così bizzarro. Forse anche perché «galleggiare nell'aria non è per tutti». Intervista a Ingrid Trombetti. 

Si sente unica, perché in Italia, a soli 21 anni, è la più giovane ragazza alla guida di un mezzo così bizzarro. Forse anche perché «galleggiare nell'aria non è per tutti». Intervista a Ingrid Trombetti. 

Oggi Ingrid non vola. Si lavora in ufficio. Niente sveglia alle quattro per staccare da terra a bordo della sua mongolfiera. Una levataccia, è vero, ma che ripaga sempre. A 21 anni Ingrid Trombetti sa già tante cose di se stessa: l'università non fa per lei, meglio stare per aria ed essere uniche. Infatti, questa ragazza di origini norvegesi è una delle pohe donne d'Italia a guidare una mongolfiera, la prima in Lombardia e la più giovane d'Italia.

Ingrid Trombetti: sempre stata per aria

Quando glielo fai notare, lei si ferma e dice: «Mi sento unica. In fondo, ci sono solo io in tutta Italia. Magari, parlandone, spingo altre ragazze in questo mondo, che è bellissimo». Lei è cresciuta fra ultraleggeri e mongolfiere, grazie al papà, che ha mollato lo studio legale in cui lavorava per dedicarsi al suo grande amore: il volo. «Dalla pista di fianco a casa volavo col mio papà sull'ultraleggero – ricorda Ingrid – Sono sempre stata per aria, non ho mai avuto paura».

La passione per il volo aveva dunque solide basi su cui posarsi. Dopo la fine delle superiori Ingrid vola in Norvegia, dove ha ancora dei parenti, e ci rimane a vivere un anno, in attesa di capire cosa fare della sua vita. Poi inizia l'università, ma sente che non è il suo posto. «Sono una persona pratica, ho bisogno di fare. All'università non mi sentivo me stessa», spiega. Così ha pensato di investire nel volo, con grande felicità della famiglia.

Come si diventa piloti di mongolfiere

Per diventare pilota di mongolfiere è necessario frequentare un corso in una scuola di volo ad hoc (in Italia ce ne sono 3, certificate Enac), collezionare almeno 16 ore di volo e studiare materie come meteorologia e navigazione aerea. Gli esaminatori che rilasciano il brevetto sono tre in tutto, «tra cui mio padre», sottolinea Ingrid. E, finora, erano tutti uomini. «In Italia mi sembra anche normale, naturalmente all'estero non è così», spiega. Ma i veterani del volo aerostatico l'hanno accolta con grande entusiasmo.

Ingrid è unica, dicevamo, proprio come la sensazione che prova quando è in mongolfiera. «Le sensazioni sono molto diverse rispetto a quando si vola in aereo – spiega –. In mongolfiera ti puoi girare, puoi camminare nella cesta, puoi sentire l'aria sul viso. Vedi le cose da una prospettiva diversa». Vedi anche cose che non vorresti vedere, come un mondo pieno di spazzatura. «Una volta, in volo, ho visto un campo rom pieno di auto e da cui saliva un fumo nerissimo: stavano bruciando dei rifiuti».

Come funziona il volo

Per provare le stesse sensazioni di Ingrid, basta prenotare un volo. Una mail annuncia luogo di ritrovo, orario, abbigliamento da indossare. Ci si presenta a San Colombano al Lambro (Mi), Siena, Lucca, o a Magliana Sabina, Roma e si fa il check in. Poi si raggiunge un campo di decollo scelto in base alla direzione del vento. A quel punto la crew inizierà a montare la mongolfiera, attaccando il pallone alla cesta, provando i bruciatori e poi iniziando a gonfiare la mongolfiera. Una volta che il mezzo è in piedi ed è pronto per decollare, inizia il volo.

«La durata dipende dalle condizioni meteo, che il pilota studia – spiega Ingrid – Dall'alto si possono vedere i grattacieli di Milano, o il Po. Al momento di atterrare si sceglie il campo. Può capitare di scendere su un campo coltivato, ma abbiamo l'assicurazione per coprire eventuali danni. I contadini a volte si arrabbiano, ma non pilotiamo aerei, non sappiamo dove atterreremo». La cosa più difficile del volare in mongolfiera è raggiungere un punto preciso: col vento, non si sa mai.

L'altra cosa difficilissima è far credere agli altri che pilotare questi mezzi sia un lavoro. «Mi dicono: “Davvero è questo il tuo lavoro? Dai, non scherzare”. Mi guardano con una faccia un po' confusa e mi chiedono “Ah, è un lavoro?”, certo che lo è. Non è comune ma esiste. Poi mi chiedono di farli volare, ma nessuno sembra avere il coraggio di tornare». Sì, perché «galleggiare nell'aria non è da tutti e non tutti ne sono capaci, né hanno la forza o il coraggio».

Attualmente Ingrid lavora nell'ufficio della Milano Mongolfiere, l'agenzia di famiglia che offre pacchetti di viaggio nel mezzo di trasporto ottocentesco. Il costo del volo va dai 179 euro a persona fino a 900 euro per coloro che chiedono di usare il mezzo in esclusiva, magari per una proposta di matrimonio («Ce ne capitano spesso», ridacchia Ingrid). Spera che il suo futuro un giorno sia qui, fra una giornata in ufficio e una sveglia all'alba, per volare ancora e sentirsi unica.