Viaggi
Viaggi

Il castello di Avio

La fortezza dei Castelbarco in val Lagarina

La fortezza dei Castelbarco in val Lagarina

Dall’aspetto severo e minaccioso, abbarbicato su una collina e protetto dalle sue alte mura: così appariva nel Trecento il castello di Avio, fortezza inespugnabile e ben protetta dai monti retrostanti. Chiamato anche castello di Sabbionara, il maniero era situato in posizione strategica, a cavallo tra il territorio di Trento e quella di Verona.

La fortezza è costruita sulla collina di Sabbionara, frazione di Avio, sulla sponda destra dell’Adige: da lassù sovrasta la città e domina la val Lagarina, in provincia di Trento. Grazie ai restauri operati dal FAI in epoca recente è oggi uno dei castelli più suggestivi del Trentino.

Il nucleo più antico risale circa all’anno 1000; ebbe il suo periodo migliore tra XII e XIII secolo quando divenne feudo dei Castelbarco, una delle famiglie nobiliari del luogo, forse originaria della Boemia.

Nelle sue stanze soggiornarono personaggi di rilievo, tra i quali l’imperatore Carlo IV nel 1347, ma anche il re longobardo Autari con la moglie Teodolinda, e l’imperatore Massimiliano d’Asburgo. Sempre durante il Trecento venne ospitato anche Dante, invitato a corte da Guglielmo I, podestà di Verona. È proprio durante queste visite che il poeta riuscì a osservare i massi dei ‘Lavini di Marco’, i resti di una grande frana avvenuta nel XII secolo in località Marco, alle pendici del monte Zugna, e a utilizzare il paesaggio come spunto per alcune descrizioni dell’Inferno. Secondo altre fonti, invece, Dante soggiornò presso il vicino castello di Lizzana, per questo rinominato castello di Dante, anch’esso in provincia di Trento.

Nel corso del XV secolo il castello passò alla Repubblica di Venezia, per poi assistere a un periodo di decadenza nei due secoli successivi. Dopo varie vicissitudini la fortezza ritornò ai suoi originari proprietari nel corso del Novecento, quando il conte Emanuele Castelbarco Pindemonte lo acquistò e vi andò ad abitare. Nel 1977 il castello fu donato dalla figlia, la duchessa Emanuela Castelbarco, al FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) che ne curò una notevole opera di restauro.

Il complesso è dominato dal mastio del XI-XII secolo; spiccano poi cinque torri, tra le quali quella della Picadora, dove venivano appesi gli impiccati, il palazzo baronale con il proprio cortile, la casa delle guardie, il tutto circondato da tre alti giri di mura.

Nonostante l’aspetto severo e difensivo dell’esterno, gli interni sono riccamente decorati con bellissimi affreschi dai soggetti bellici e di amor cortese. La stanza dell’Amore, in particolare, è una vera e propria espressione di eleganza e fantasia. La stanza prende il nome dagli affreschi delle pareti: qui è raffigurato il Dio Amore che con le sue frecce trafigge i cuori di una fanciulla e di un cavaliere; situata al quarto piano del mastio, probabilmente era una sorta di rifugio privato per il signore.

Altro celebre ciclo pittorico è costituito dagli affreschi della casa delle guardie che celebrano le imprese dei Castelbarco; le raffinate immagini hanno un notevole valore storico per la loro ricchezza di particolari su armi e abbigliamento, ma anche per le acconciature di arcieri e fanti. Un famoso dipinto che ha ispirato diversi racconti è quello della scacchiera, sempre nello stesso edificio: si tratta di una sorta di cruciverba irrisolto, il cui significato è stato spesso oggetto di discussione e interpretazione. Secondo una versione si tratta di un enigma che dovevano cercare di risolvere i condannati a morte che speravano di salvarsi, oppure, secondo un’altra leggenda, la soluzione del quesito avrebbe aperto un passaggio segreto che, in caso di fuga, avrebbe dovuto collegare il maniero alla valle dei Mulini.

Quello di Avio è uno dei tanti bellissimi manieri della val Lagarina nota per i suoi castelli, come il castello di Rovereto, castel Beseno o castel Pietra. Nella valle, non lontano da Rovereto, presso i Lavini di Marco di dantesca memoria, è stata scoperta una rarità della paleontologia italiana: si tratta di massi rocciosi risalenti al Giurassico che conservano alcune impronte di dinosauri, erbivori e carnivori, che abitavano questo territorio. Il Museo Civico di Rovereto organizza escursioni guidate nell’area.

Castello di Avio
Sabbionara di Avio (Trento)

Aperto da marzo a settembre dalle 10.00 alle 18.00 - ottobre e novembre dalle 10.00 alle 17.00

www.fondoambiente.it