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Sapori e costumi sardi

Strada del Vino di Ogliastra e Barbagia

Strada del Vino di Ogliastra e Barbagia

La strada del Vino di Ogliastra e Barbagia circonda come un anello il Gennargentu, il più grande complesso montuoso della Sardegna; la strada si snoda tra coste e mete balneari, sale lungo colline e rilievi montuosi e arriva fino a borghi nascosti tra montagne e pascoli. Il parco nazionale del Gennargentu fa da sfondo, con le sue forme tondeggianti e i versanti incisi da corsi d’acqua come, per esempio, il Flumendosa.

La zona interessata include le due regioni orientali e centrorientali dell’Ogliastra e della Barbagia; si tratta di territori legati alle loro origini e tradizioni che mantengono vive con fervore e orgoglio: dalla cultura gastronomica locale, tramandata di generazione in generazione, a costumi, feste e ricorrenze. I comuni toccati dalla strada sono Arbatax, Santa Maria Navarrese, Baunei, Urzulei, Dorgali, Oliena, Nuoro, Fonni, Lanusei, Tortolì, Jerzu, Barisardo da Villagrande, Cardedu.

L’offerta vinicola di questi territori vanta la produzione del Cannonau di Sardegna DOC, il vino più famoso della regione; le altre DOC sono Monica di Sardegna, Moscato di Sardegna, Vermentino di Sardegna, Sardegna Semidano e Nepente di Oliena.

I vitigni del Cannonau sono coltivati praticamente sull’intero territorio dell’isola: si produce un vino rosso, vigoroso e importante, con una gradazione di circa 12,5°, che si abbina bene ai piatti di carne. Essendo così diffuso, il Cannonau s’incontra in diverse varianti locali: quello di Capoferrato, diffuso in provincia di Cagliari, quello di Jerzu e quello di Oliena. Il vino è prodotto nelle varianti secco, amabile, dolce, liquoroso e rosato.

Sebbene l’isola sia stata abitata da Cartaginesi, Fenici e Greci, tutti abilissimi viticoltori, il Cannonau ha origini più tarde: venne importato nell’isola durante la dominazione spagnola, quindi dalla fine del XV secolo. È coltivato con una densità di circa 3800 piante per ettaro secondo il tradizionale metodo ad alberello; si tratta di una forma di allevamento bassa, tipico delle regioni mediterranee e dell’Italia meridionale, che ben si adatta alla siccità e alle condizioni difficili.

L’altro grande rosso della zona è il Monica di Sardegna, dal color rubino chiaro con riflessi amaranto e un profumo di mandorla e mora. Anch’esso ha origine spagnole, importato probabilmente da un monaco, da qui il nome di Uva Monaca, poi solo Monica.

Il bianco locale è il Vermentino di Sardegna, disponibile nella versione amabile e spumante. Si riconosce per un gusto secco, acidulo e amarognolo, un colore giallo paglierino con riflessi verdi accompagnato da un profumo di frutta esotica e leggermente muschiato. È particolarmente indicato per accompagnare piatti a base di pesce. Il vitigno ha la stessa provenienza degli altri, è arrivato sull’isola passando dalla Corsica in una varietà di Malvasia.

I vini si sposano con gli altri prodotti tipici della zona: tra i piatti di mare ci sono la famosa bottarga e le zuppe di pesce, tra i primi i ‘culurgionis’, ravioli ripieni di patate, formaggio e menta, e i ‘malloreddus’ per citarne qualcuno; altro grande protagonista è il pane, disponibile in diverse varianti che vanno dal classico carasau, al ‘pistoccu’. Si preparano anche piatti con carne di agnello o capretto, salumi, formaggi tra cui il rinomato pecorino e i dolci con mandorle, ricotte fresche e canditi.

Il paese di Atzara è conosciuto per la produzione di tappeti, Fonni e Oliena sono famosi per la lavorazione di tessuti, mentre Nuoro per i ricami, l’oreficeria e il legno. A Tiana, per esempio, sopravvive ancora oggi una gualchiera, macchinario utilizzato per realizzare i tessuti, come l’orbace, molto utilizzati in passato. Quella di Tiana è una delle poche rimaste, un tempo però queste macchine erano diffuse praticamente ovunque, spesso sorgevano vicino a corsi d’acqua per sfruttarne la forza motrice. Se si è interessati ai costumi antichi, a Nuoro è possibile visitare il Museo Etnografico Sardo, ilpiù grande dell’isola,che raccoglie ed espone circa 8000 reperti, tutti legati alle usanze locali, tra oggetti, strumenti, attrezzi, abiti e mobili.

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