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In Molise percorrendo gli antichi tratturi

Una rivisitazione del passato lungo le vie di pastori e contadini

Una rivisitazione del passato lungo le vie di pastori e contadini

L’itinerario molisano per scoprire l’antica rete viaria ha inizio dall’area costiera: i tratturi sono infatti percorribili solo a piedi, in mountain bike o a cavallo, ma sono collegati fra loro tramite strade asfaltate. Percorrendo il tratturo Centurelle-Montenero si attraversano, procedendo da sud a nord, i comuni di San Martino in Pensilis, Guglionesi e Montenero di Bisaccia e le pievi di Sant’Onofrio, Santa Maria, San Martino e Casalpiano.

Da Montenero si prosegue poi verso la costa fino a Petacciato e quindi, seguendo un percorso da nord a sud, si incontrano i comuni di San Giacomo degli Schiavoni e di Portocannone, che si collocano sul tracciato del tratturo L’Aquila-Foggia, e la torre di Ramitelli, situata al confine con la Puglia.

Lungo i tratturi si possono fare diverse esperienze, come assistere a una corsa di carri trainati da buoi, oppure visitare gli insediamenti rurali, dalla villa rustica romana alle fare o masse longobarde. Interessante è anche l’incontro con le comunità stabili albanesi, chiamate arbresh che, formatesi nel corso del XVI secolo nei comuni di Montecilfone, Campomarino e Portocannone, con il passare del tempo si sono pienamente integrate con le popolazioni locali. Rinvenimenti archeologici risalenti alla civiltà frentana sono sparsi un po’ ovunque insieme a tracce più antiche, che testimoniano la presenza dell’Homo trogloditicus a Campomarino.

Da qui ci si può spostare verso l’interno risalendo il corso del fiume Biferno: lungo l’itinerario si trovano tracce di insediamenti che vanno dal Neolitico antico al Medioevo. Giunti al lago artificiale di Guardialfiera, formato dalla diga del Liscione, piegando a sud-est si possono percorrere le valli fluviali che si diramano dalla valle del Biferno, sino ad arrivare alla valle del Fortone, che segna il confine regionale con la Puglia. La zona comprende vari siti archeologici posti sia lungo il tratturo Celano-Lucera-Foggia, sovrapposto al tracciato di un’antica strada romana, sia lungo i tratturelli Biferno-Sant’Andrea e Ururi-Serra Capriola. Si tratta della necropoli di monte Arcano, nei pressi di Larino, del VI secolo a.C. , e della necropoli ubicata all’ingresso dell’abitato di Montorio nei Frentani, del V-IV secolo a.C.

Tornando al lago di Guardialfiera e costeggiando il Biferno fino alla sorgente si giunge ai monti del Matese, con i vistosi fenomeni carsici tra Campitello Matese e La Gallinola. Questi monti possono essere percorsi in mountain bike partendo da San Polo fino alla fonte Santa Maria.

Importanti testimonianze storiche si incontrano lungo il tratturo Pescasseroli-Candela (VII-IV secolo a.C.), come la città di Saepinum, localizzata presso Altilia, che rappresenta un’interessantissima testimonianza della romanizzazione del Sannio, avvenuta intorno al I secolo a.C., o quella di Bovianum, sotto l’abitato di Bojano.

Percorrendo la strada statale 17 si entra nel Matese settentrionale, dove sul percorso del tratturo Pescasseroli-Candela si trova l’abbazia neogotica di Castelpetroso. Nei pressi di Isernia si prende la statale 85, che offre una suggestiva panoramica dei rilievi boscosi dominati dal monte Patalecchia.

Poco a ovest di Monteroduni si incontra il Volturno molisano, in un susseguirsi di castelli lungo il fiume fino alle Mainarde. La valle dell’alto Volturno è il punto di arrivo per chi vuole ripercorrere la direttrice fondamentale degli insediamenti sanniti, romani, longobardi e svevi. Nel periodo altomedievale si costruirono borghi fortificati, castelli e torri d’avvistamento. I castelli di Monteroduni e di Venafro erano in rapporto visivo con quello di Roccapipirozzi e con quello di Roccaravindola. In questa zona i tracciati tratturali risalgono al periodo neolitico medio-superiore e, realizzati per superare la zona montana compresa tra Abruzzo e Puglia, furono poi utilizzati anche dai Sanniti e dai Romani.

Agli inizi del VIII secolo tre nobili longobardi fondarono, nei pressi di Castel San Vincenzo, l’abbazia di San Vincenzo al Volturno, che godette di una straordinaria floridezza in epoca altomedievale, influenzando lo sviluppo sociale ed economico dell’area circostante.

Si giunge quindi nell’alto Molise, nel territorio delimitato tra il fiume Sangro e il torrente Sente. La zona presenta tracce insediative molto antiche e importanti rinvenimenti, oltre alla presenza di mura ciclopiche a San Pietro Avellana, risalenti al periodo sannita, come la famosa Tavola Osca, cui si aggiungono i resti del tempio italico di Vastogirardi, le fortificazioni di San Lorenzo ad Agnone e gli insediamenti storici di monte Briccoso.

Da San Martino in Pensilis ad Agnone
300 km circa