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Ma a te…te piace 'o presepe?

Una passeggiata tra le bancarelle e le botteghe di via San Gregorio Armeno

Una passeggiata tra le bancarelle e le botteghe di via San Gregorio Armeno

Nessuna città al mondo vive la tradizione del presepe così intensamente come Napoli. In questa città, infatti, la preparazione del presepio è ancora oggi vissuta come un rito che impegna tutte, o quasi, le famiglie partenopee, le quali si occupano di allestirlo e di accrescerlo ogni anno con nuove statuine.

La storia del presepe napoletano affonda le sue radici nel periodo medievale, ma è dal XVII secolo che iniziò ad assumere la fisionomia che presenta tutt’oggi. Infatti, fu proprio in quel secolo che lo scenario si allargò dalla rappresentazione della sola grotta della Natività al mondo circostante dei pastori.

Il secolo d’oro del presepio partenopeo fu, però, il Settecento; durante il regno di Carlo di Borbone (1734-1759) questa tradizione si allargò dai soli ordini religiosi alle dimore private di nobili e cittadini abbienti, che commissionavano la realizzazione di grandiosi e particolareggiati presepi a famosi scultori e ai maestri artigiani del capoluogo campano.

Da quel momento il presepe si trasformò da semplice simbolo religioso a strumento identificativo ed espressivo della comunità partenopea e si arricchì di personaggi originariamente estranei alla rappresentazione della Natività e, talvolta, evidentemente anacronistici rispetto a essa, come cantanti, musicisti, maghi, venditori, macellai, Pulcinella e molti altri.

In seguito, la diffusione del presepe fu inarrestabile anche nelle abitazioni della gente comune, che, nella sua sincera e profonda religiosità, lo viveva come un modo per dare ospitalità a Giuseppe e Maria sotto il proprio tetto.

Una preziosa testimonianza dell’ampia diffusione del presepe a Napoli e dell’attaccamento profondo che i suoi abitanti nutrivano nei confronti di questa tradizione ci è fornita, seppure in modo caricaturale, da Eduardo De Filippo nella sua celeberrima commedia tragicomica  Natale in casa Cupiello; in essa, infatti, il protagonista, Luca Cupiello, è così concentrato sull’allestimento del suo presepio e ne avverte a tal modo l’importanza che, anche in punto di morte, ha come unica preoccupazione il fatto che suo figlio apprezzi il presepe.

Oggi, chi vuole immergersi nel mondo del presepio napoletano non può non fare una passeggiata tra le bancarelle di via San Gregorio Armeno, strada del centro storico di Napoli che si snoda tra piazza San Gaetano e via San Biagio dei Librai.

Questa ‘strada dei presepi’ è nota in tutto il mondo per le innumerevoli botteghe artigiane, distribuite lungo l’intero corso della via, specializzate nella produzione di elementi per il presepe di ogni grandezza e per tutte le tasche: dalle statuine dipinte a mano, soprattutto in terracotta e cartapesta, a quelle meccanizzate che rappresentano personaggi in movimento, dalle casette di sughero e cartone agli elementi scenografici azionati dall’energia elettrica.

Ogni anno, nel periodo natalizio, via San Gregorio Armeno si anima e diventa meta di migliaia di turisti e curiosi che si aggirano tra le bancarelle, allestite tra novembre e gennaio, alla ricerca di statuine per ampliare il proprio presepe o, semplicemente, per osservare le creazioni dei sapienti ‘pastorari’, artigiani specializzati nella realizzazione di statuine la cui arte è spesso frutto di una tradizione tramandata di padre in figlio per generazioni.

Ma c’è un’ultima peculiarità che ogni anno attira visitatori e le attenzioni dei principali media italiani: la realizzazione di statuette che raffigurano personaggi di attualità, saliti alla ribalta per i motivi più disparati.

È possibile, infatti, imbattersi in statuine di politici, personaggi del mondo dello spettacolo, calciatori e starlette, e alcuni artigiani si sono addirittura specializzati in questo tipo di produzione, creando una statuina apposita ogni volta che un qualsiasi personaggio sale agli onori della cronaca, spesso enfatizzando il particolare elemento a cui è dovuta la sua celebrità.

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