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Da terra di confino a meta turistica

La lunga storia dell'isola laziale di Ventotene, tra archeologia e natura

La lunga storia dell'isola laziale di Ventotene, tra archeologia e natura

Posta circa a metà strada della rotta che collega l’isola di Ponza e Ischia, Ventotene sorge dalle acque cristalline del Tirreno meridionale, in quel tratto di mare punteggiato di isole posto di fronte alla costa che si estende tra Roma e Napoli.

Il nome ‘Ventotene’ per designare questo piccolo isolotto dell’arcipelago Pontino, tuttavia, è relativamente recente, essendo entrato nell’uso comune soltanto a partire dal XX secolo: anticamente, infatti, i Greci, abili naviganti che molto probabilmente si servivano di questi luoghi come punto d’appoggio per le loro prime colonizzazioni, chiamarono in modo lusinghiero l’isola ‘Pandotèira’, che significa ‘colei che dona ogni cosa’, nome successivamente latinizzato in ‘Pandataria’ dai Romani, che ne presero il possesso nel IV secolo a.C. circa. Tra le tracce di questo passato romano che ancora si possono osservare si trovano il Porto, le Cisterne e Villa Giulia.

Il Porto Romano, situato nella parte nord-orientale di Ventotene, si presenta come un grande bacino profondamente scavato nel tufo, roccia vulcanica di cui è formata l’isola; venne realizzato tra la fine dell’età repubblicana e i primissimi anni di quella imperiale con l’obiettivo di facilitare l’approdo e lo scalo delle navi mercantili di piccola e media stazza che transitavano da qui. Le Cisterne, invece, furono create nel lato meridionale dell’isola per risolvere il grande problema dell’approvvigionamento idrico sull’isola e sono costituite da due enormi serbatoi e da un sistema di gallerie, capaci di raccogliere un grande quantitativo d’acqua piovana per far fronte alle necessità degli abitanti, che non avevano alcuna fonte alla quale poter attingere.

Ma il vero gioiello dell’isola è la Villa Imperiale, meglio nota come Villa Giulia, che si estende per circa 300 m di lunghezza e 100 m di larghezza nell’estremità settentrionale dell’antica Pandataria, sul promontorio di Punta Eolo. L’abitazione venne fatta costruire nel I secolo a.C. dall’imperatore Augusto, che desiderava una dimora privata nella quale vivere in solitudine e tranquillità; tuttavia, essa fu utilizzata come luogo di confino per alcuni esponenti della famiglia imperiale che si erano macchiati di gravi colpe o mancanze nei riguardi del sovrano. La prima ad essere spedita qui fu proprio l’unica figlia di Augusto, quella Giulia dalla quale la villa prende il nome, che fu accusata di tradimento e corruzione dei costumi (dopo essere stata probabilmente colta in fragrante adulterio con un amante) e fu perciò condannata a un esilio di cinque anni nell’isola. Tra le rovine della villa si possono ancora scorgere i resti di cortili, stanze, corridoi, giardini, cisterne e terme che ci danno l’ideadell’aspetto maestoso che essa doveva avere circa 2000 anni fa.

A partire dal II secolo Ventotene venne progressivamente abbandonata, finché tra XVII e XVIII secolo i Borboni posero le basi per una nuova urbanizzazione dell’isola. A questo periodo risalgono il borgo attorno al Porto Romano, la chiesa di Santa Candida, le rampe che salgono dal porto alla piazza della Chiesa e il carcere circolare della vicina isola di Santo Stefano, nel quale vennero reclusi, tra gli altri, l’anarchico Gaetano Bresci, attentatore del re d’Italia Umberto I, e l’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini, qui relegato durante il Fascismo. Tra i numerosi personaggi sgraditi al regime che furono confinati a Ventotene si ricordano anche Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, che negli anni Quaranta elaborarono il famoso Manifesto di Ventotene, che proclamava la necessità di un’Europa libera e unita.

Oggi, l’isola è diventata un affascinante meta turistica sui generis, adatta in particolare a chi desidera trascorrere le proprie vacanze a stretto contatto con la natura e lontano dalla frenesia della vita quotidiana. Ventotene, infatti, insieme a Santo Stefano, è un vero e proprio paradiso naturalistico, habitat di diverse specie di piante e animali per proteggere i quali, nel 1999, è stata istituita la Riserva Naturale Statale Isole di Ventotene e Santo Stefano. Tra le diverse attività che vi si possono svolgere si segnala l’opportunità di praticare il birdwatching nei mesi primaverili, osservando una miriade di uccelli appartenenti a specie diverse che per breve tempo si trovano a volare e a fermarsi sull’isola nel corso del loro lungo viaggio migratorio tra l’Africa e l’Europa.

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