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Oltre Budapest: un insolito itinerario per scoprire il vino Tokaj

La Strada del Vino ungherese porta fino al luogo di produzione di un nettare liquoroso, dal sapore delizioso e dagli aromi antichi.

La Strada del Vino ungherese porta fino al luogo di produzione di un nettare liquoroso, dal sapore delizioso e dagli aromi antichi.

Chi decide di fare un viaggio in Ungheria spesso limita la sua visita alla capitale, Budapest, senza sapere che il resto del territorio offre invece paesaggi e luoghi molto interessanti. È dalla capitale, per esempio, che parte la Strada del Vino Tokaj (o Tokaji): si snoda in direzione nord-est per circa 350 km e permette di conoscere le terre dove si produce questo profumato e dolcissimo vino.

Usciti dalla città ci si trova subito immersi nella campagna, punteggiata in lontananza da massicci montuosi; si incontrano quasi subito coltivazioni e vigneti, villaggi antichi e foreste. A 100 km da Budapest si incontra il piccolo paese di Hollókő 

viene definito ‘villaggio etnografico’ perché conserva abitazioni e costruzioni risalenti al XVII-XVIII secolo, tanto che fa parte del patrimonio UNESCO: è un esempio vivente di vita rurale prima della rivoluzione agricola del Novecento.

 
Più avanti una tappa d’obbligo è Eger, tra le città barocche più belle del Paese. In piazza Dobó un monumento ricorda l’assedio dei Turchi del 1552 e la strenua resistenza degli abitanti. La città però cadde nel 1596. Sono due i vini tipici che è possibile assaggiare: l’Egri Leányka (Ragazza di Eger) e l’Egri Bikavér (Sangue di Toro). 
 
Al Sangue di Toro, che è rosso, come si capisce dal nome, è legata una bella leggenda: il capitano Dobó, durante l’assedio turco, offrì questo vino ai soldati esausti per infondere loro coraggio. Bevendo in fretta dagli elmi, questi si bagnarono barba e camicia e i Turchi, vedendoli sporchi di rosso, pensarono che avessero bevuto proprio del sangue di toro e fuggirono intimoriti.
 
Fuori città conviene fare sosta nelle aziende vinicole, per fare degustazioni e visitare le cantine: sono scavate nella roccia allo scopo di mantenere temperature e umidità costanti. A questo si aggiunge il fatto che alcune sono ricavate nella pietra vulcanica e sono antiche di secoli. Chi ama il relax e il benessere troverà una graditissima sorpresa: dirigendosi a Egerszalók si può fare una deviazione alle terme pubbliche, che si trovano in una radura in mezzo alla foresta, dove scorrono le acque creando fumanti piscine naturali.
 
Si giunge finalmente al termine del percorso: siamo nei pressi del paese di Tokai, dove si produce il vino liquoroso che ne prende il nome, quasi ai margini della ‘puszta’, la steppa ungherese. Il vino ha un colore dorato e si caratterizza per il profumo complesso e articolato. 
 
La particolarità del vino dipende anzitutto dal clima: qui le estati sono secche e l’autunno è lungo e mite. L’umidità dovuta alla vicinanza di fiumi favorisce lo sviluppo di una muffa che porta dolcezza agli acini d’uva. Il Tokaj era già famoso al tempo di Luigi XIV, e si credeva che il suo colore dorato derivasse dalle pagliuzze d’oro che salivano dal suolo vulcanico.
 
Nella zona conviene raggiungere il piccolo villaggio di Tarcal dove, nei pressi l’azienda vinicola István Szepsy, vi sono le cantine cinquecentesche. Anche qui gli ambienti sono scavati nella roccia vulcanica: le pareti sono ricoperte da un sottile strato di muffa che si nutre dell’alcol che traspira dalle botti, quindi, insieme all’aria, penetra nel legno per creare l’aroma squisito del vino liquoroso Tokaj.