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Kill Switch: la funzione che blocca gli smartphone dopo il furto

L'introduzione dello smartphone nelle nostre vite ha portato grandi comodità ma l'utilizzo di una nuova tecnologia porta rischi imprevisti.

L'introduzione dello smartphone nelle nostre vite ha portato grandi comodità ma l'utilizzo di una nuova tecnologia porta rischi imprevisti.

Perdere il proprio smartphone può essere un'esperienza piuttosto traumatica, ma lo shock può trasformarsi rapidamente in ansia e panico nel momento in cui si insinua il sospetto di aver subito un furto.

Come noto, infatti, ormai la stragrande maggioranza dei cellulari di ultima generazione (ma non solo) può essere considerata un archivio dei nostri dati personali e sensibili, la cui perdita può provocare conseguenze anche gravi.

Esiste in questi casi una caratteristica nota come Kill Switch, un dispositivo di sicurezza che è in grado di bloccare lo smartphone anche a distanza.

In America lo stato della California ha emanato una legge che renderà obbligatoria una funzione del genere a partire del 2015, come deterrente contro il furto dei cellulari, che sta prendendo piede a causa del loro valore sempre più alto.

Sia Apple che Google (ma anche Microsoft) hanno già delle modalità d'uso che rendono inutilizzabile il cellulare dopo un furto.

In particolar modo Apple, con l'introduzione del sistema operativo iOS 7, ha attivato un blocco d'attivazione che permette di localizzare (con una certa approssimazione) lo smartphone, e nel caso in cui non sia recuperabile, di far comparire sul display una schermata con nome e numero della persona da contattare in caso di ritrovamento.

In questo modo l'eventuale ladro non potrà far passare per proprio l'oggetto del furto. In più chi vorrà utilizzare l'iPhone dovrà inserire obbligatoriamente password e ID impostate dall'utente.

Lo stesso procedimento è utilizzato anche per cancellare da remoto tutti i dati sensibili di un cellulare (opzione utile anche nel caso si sia venduto o donato il cellulare senza averlo prima “ripulito” dalla propria presenza).

L'altro lato della medaglia è che le aziende come Google, Apple e Microsoft possono utilizzare questo sistema per controllare i loro dispositivi. Per ora ciò è accaduto solo nel caso di rimozione forzata di app considerate illegali, per il cui download le società rischiavano pesanti sanzioni.