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Disturbi alimentari: lo speciale

PEOPLE: L'ATTUALITA'
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Disturbi alimentari, i 10 segnali da non sottovalutare

All'inizio sono comportamenti impercettibili, al di sopra di ogni sospetto, ma prestare attenzione a piccoli indizi significa evitare la deriva verso anoressia, bulimia e binge eating 

All'inizio sono comportamenti impercettibili, al di sopra di ogni sospetto, ma prestare attenzione a piccoli indizi significa evitare la deriva verso anoressia, bulimia e binge eating 

Quel mangiare lentamente, il separare le pietanze nel piatto, l'iperattività, ma soprattutto le bugie sono piccole spie che, col passare del tempo e la poca attenzione, possono diventare sintomi inequivocabili di disturbi del comportamento alimentare.

Anoressia, bulimia e binge eating colpiscono oltre 3 milioni di italiani. Ma secondo Stefano Erzegovesi, responsabile del Centro per i disturbi del comportamento alimentare dell’Ospedale San Raffaele di Milano, intercettare i segnali iniziali del disagio è possibile.

Ecco i 10 indizi da disturbo del comportamento alimentare da non trascurare.

Niente distrazioni. Per il pranzo e la cena lasciate da parte i cellulari e la tv. Coltivate il dialogo, anche quando sembra impossibile, e prestare attenzione a come vengono consumate le pietanze dei vostri commensali.

Rituali sospetti. Chi soffre di anoressia tende a separare le varie pietanze nel piatto, a ingerire lentissimamente piccoli pezzi di qualsiasi cosa gli venga servito. Segnali quasi banali, ma importantissime spie del disagio.

Chiusura relazionale. Quando si sta a tavola con qualcuno che sta covando un disturbo alimentare, si potrà avere l'impressione che stia studiando il proprio piatto. Quindi la persona diventa taciturna e interagisce poco a tavola.

Perdita di controllo sul cibo. Se l'anoressico evita il cibo, il bulimico e il binge eater mangiano in fretta, con voracità, quasi senza controllo. Qui la chiusura relazionale avviene perché si è concentrati solo su ciò che c'è nel piatto. A differenza di chi soffre di bulimia, il binge eater mette in scena lo stesso comportamento, ma solo quando nessuno può vederlo.

Fretta di alzarsi da tavola. Qui siamo già in una fase avanzata del disturbo, quando al controllo dell'alimentazione si associa anche il vomito. Se il ragazzo (i DAC colpiscono per lo più adolescenti tra i 15 e i 25 anni) ha fretta di alzarsi da tavola e andare in bagno, non bisogna diventare investigatori privati, ma va bene lanciare una domanda come "Tutto ok? Non ti senti bene?".

Aspetto fisico. Se il ragazzo/a sembra ossessionato dal proprio lato estetico, bisogna prestare attenzione: è il chiaro segnale di un disagio che va oltre il normale interessamento per il proprio aspetto fisico.

Iperattività. Per chi non sceglie la strada del vomito indotto o del lassativo, un'altra via di fuga è l'attività fisica. Se i momenti dedicati alla corsa o all'attività fisica si facessero troppo intensi, meglio sedersi e parlarne.

Bugie. La parte peggiore. Per perseguire il proprio obiettivo ideale di magrezza, le persone affette da disturbi del comportamento alimentare sono pronte a tutto. Ma per aiutare a fidarsi di noi, non dobbiamo prendere le bugie come un fatto personale, bensì come una richiesta d'aiuto.

Sintomi fisici. Quando le persone affette da anoressia o bulimia si sono spinte troppo oltre, gli effetti si fanno vedere. C'è la perdita di peso, ma anche difficoltà a concentrarsi.

Il giusto approccio. Le regole sono tre: capire, non assecondare, non giudicare. Questo almeno è ciò che vorrebbero i giovani da parte della propria famiglia. Il trucco non sta dunque nel costringere verbalmente il ragazzo/a a fare marcia indietro, bensì è più importante far notare se la qualità della sua vita è migliorata o no. Una volta trovata la molla che spinge la persona affetta da disturbo a chiedere aiuto, mai affidarsi al fai da te. Meglio rivolgersi a un centro specializzato per i disturbi del comportamento alimentare.


Le 27 testimonianze delle "sopravvissute" ai disturbi alimentari
 

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Tipsby Dea

Tutti i centri specializzati nella cura dei disturbi del comportamento alimentare

Il Ministero della Salute ha stilato un elenco delle strutture che oggi sono in grado di offrire un approccio specialistico a tutte le patologie collegate ai comportamenti alimentari. Se ne hai bisogno, consultalo!