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ADHD: il disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività

Li chiamano teppisti, pensano che siano solo bambini cattivi o, peggio, maleducati. Ma i disturbi del comportamento sono numerosi e spesso poco noti. Cerchiamo di fare chiarezza.

Li chiamano teppisti, pensano che siano solo bambini cattivi o, peggio, maleducati. Ma i disturbi del comportamento sono numerosi e spesso poco noti. Cerchiamo di fare chiarezza.

Deconcentrati, sempre in movimento, a volte violenti e soprattutto incontrollabili, ma incredibilmente intelligenti e sensibili. Soprattutto, buoni. Questo è più o meno l'identikit dei bambini affetti da ADHD, sigla dietro cui si nasconde il disturbo da deficit dell'attenzione, che è solo una delle patologie legate al comportamento di cui è possibile soffrire. Abbiamo scoperto grazie a Chiara e suo figlio Leo quanto può essere difficile (ma non impossibile) convivere con queste patologie. Ora facciamo il punto.

Cos'è l'ADHD? 

Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività è una sindrome della quale tanto si è scritto in questi anni. Leggendo dal sito dell'AIDAI (l'Associazione italiana che segue questo tipo di pazienti e le loro famiglie) questo disturbo può essere definito in base a cosa è e in base a cosa non è.

L'ADHD è un disturbo evolutivo dell'autocontrollo. Tra i sintomi include la difficoltà di essere concentrato o attento, il mancato controllo degli impulsi e l'iperattività. Il bambino non sa basarsi sullo scorrere del tempo o sulle richieste dell'ambiente per regolare il suo comportamento.

Ma l'ADHD può essere anche definito da cosa non è (contrariamente ai luoghi comuni): non è una "normale fase di crescita del bambino", non è il frutto di una cattiva disciplina dei genitori, non è sintomo di cattiveria. È un disturbo medico, che impatta sul bambino, la famiglia e la scuola.

bambini che corrono 

Foto serrnovik / 123RF Archivio Fotografico

Dalla definizione alla diagnosi

Esistono di tre tipi di disturbo da deficit dell'attenzione e iperattività: quello con prevalenza di iperattività, quello con prevalenza di distrazione, quello combinato. Le cause non sono note, ma ci sono fattori di rischio che la scienza sta evidenziando, come l'esposizione al fumo in gravidanza, infezioni nei primissimi anni di vita o cause ambientali come violenze e abusi.

Ovviamente non tutte le irrequietezze e le esuberanze di crescita possono essere catalogate come Disturbo da Deficit di Attenzione. C'è una sola persona che possa togliervi il dubbio: uno specialista, uno psicologo o un neuropsichiatra infantile. L'ADHD è molto diagnosticato dagli psicologi anglosassoni (secondo gli psichiatri americani è presente in una quota della popolazione studentesca compresa tra il 3 e il 5%), mentre nella pratica clinica italiana talvolta non viene riconosciuto (quindi è opportuno andare da un vero specialista del disturbo).7

Come trattare l'ADHD?

L'ADHD si cura con terapie comportamentali, psicoterapia, aggiustamenti nello stile di vita (in particolare nell'alimentazione) e talvolta con il sostegno di psicofarmaci. È una sintomatologia che tende a sparire con la crescita. Tuttavia il 30-50% di chi ne soffre in infanzia ne soffre anche in età adulta e adolescenza, tanto che oggi non sono rari i casi di diagnosi tardive, anche in età adulta.

Foto di apertura rawpixel / 123RF Archivio Fotografico