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PEOPLE: L'ATTUALITA'

Una lettera al proprio corpo scritta da una donna di 50 anni che ha imparato cosa vuol dire davvero amare sé stessi. 

Una lettera al proprio corpo scritta da una donna di 50 anni che ha imparato cosa vuol dire davvero amare sé stessi. 

Caro Corpo,

sono più di cinquant’anni che ci conosciamo e ne abbiamo passate davvero tante insieme. Ricordi quella volta in cui siamo scivolati in piscina, ma non sapevamo ancora nuotare? In qualche modo, però, ce l’abbiamo fatta. Io e te, insieme, ce l’abbiamo sempre fatta

Tante volte non ci siamo capiti. E quando non capisci qualcosa finisci, il più delle volte, col detestarla. Come a quel primo appuntamento in cui il mio volto era completamente ricoperto di brufoli, o quell’estate in cui non volevo farmi vedere in costume perché mi imbarazzava la nostra cellulite sulle cosce. Quelle volte mi sono vergognata di te. Non avevo scelto io di avere a che fare proprio con te e non riuscivo a trovare un motivo per volerti bene. Così ti facevo i dispetti e non ti davo da mangiare per giorni

Oggi ho deciso di fermarmi a guardarti allo specchio. Non come ogni giorno, con il saluto veloce di chi va sempre di fretta. Oggi ti guardo con gli occhi di una donna innamorata, che sente il bisogno di dirti grazie come non ha mai fatto prima.

Ti ringrazio per i chilometri che abbiamo percorso insieme: le corse, i giri in bicicletta e quella sensazione di leggerezza che il vento in faccia riesce a regalarti, ogni volta. Ha sempre avuto il profumo della libertà… e anche oggi, quando mi concedo una pedalata coi miei figli, la sua fragranza mi avvolge e mi fa tornare indietro nel tempo. 

Ti ringrazio per le ferite che hai sopportato. Le ginocchia sbucciate, i gomiti consumati, le cadute inaspettate per il mio equilibrio sempre un po’ precario. Per avermi donato lo spazio più grande: quello in cui custodire due tesori, quelli che oggi mi chiamano mamma. 

Ti ringrazio perché la prima volta che ho visto un capello bianco ho pianto, ma oggi sono fiera della mia chioma argentata. Per quando ho capito che non mi importava se la mia pancia non fosse più piatta, davanti a una pizza in compagnia di chi amo. Per quando mi sono accorta di avere le rughe, ma ho realizzato che di risate ne ho fatte davvero tante, e che le migliori devono ancora arrivare.

Foto: dolgachov © 123RF.com

Grazie per i brividi dei baci che ho dato, per le carezze che ho ricevuto, per i corpi che ho amato e che mi hanno dato amore. 

Grazie per la bellezza che questi occhi hanno visto, per la dolcezza che queste orecchie hanno sentito, per tutte le volte che un odore attiva un ricordo e accende un sorriso. 

Grazie per quello che queste mani hanno scritto, toccato, impastato, sfiorato, pregato.

Grazie per quello che queste braccia hanno cullato, accudito, sostenuto, abbracciato, affiancato. 

Ti ringrazio per le connessioni che questa mente ha realizzato, per i progetti che ha costruito, per i sogni che ha inseguito, per le passioni che non ha mai abbandonato.

Ti ringrazio per questo cuore, che si è rotto tante volte, ma mai abbastanza da smettere di amare. 

Ti ringrazio di tutto, e ti chiedo scusa. Perché adesso che sei lì, di fronte a me, ancora una volta, ma sei anche addosso a me e avvolgi il mio spirito, so che non devo vergognarmi di niente.

Perché anche se tu cambi, io sono sempre la stessa. Sempre più donna, sempre più consapevole, sempre più me. Adesso, poi, ho anche imparato a nuotare, sai? 

E ora che amo l’involucro nella sua interezza, riesco a percepire anche meglio la mia essenza

Foto apertura: victor69  © 123RF.com