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Tumore al seno, cure migliori senza bisogno di biopsie

Il tumore al seno può essere affrontato con diverse terapie. Ma come si decidono le cure più adatte? Ecco il nuovo metodo che potrebbe eliminare le biopsie.

Il tumore al seno può essere affrontato con diverse terapie. Ma come si decidono le cure più adatte? Ecco il nuovo metodo che potrebbe eliminare le biopsie.

Il tumore al seno è la seconda forma di cancro più diffusa in Italia ed è la neoplasia più frequente fra le donne.
Ad esserne colpito è infatti il 29% della popolazione femminile (fonte: AIRTUM, Associazione italiana registri tumori, 2014).
Le terapie che aiutano a combatterlo sono più di una. A guidare i medici nella scelta sono anche i livelli del fattore di crescita HER2 (human epidermal growth factor receptor type 2).

Oggi, una nuova metodica messa a punto da un gruppo di ricercatori guidato da Jens Sörensen, docente all’Institution of Surgical Sciences dell’Università di Uppsala (Svezia), sembra aprire la strada a un nuovo approccio per valutarli in modo non invasivo.

In caso di tumore al seno la diagnostica per immagini basata sull’uso della Pet (la tomografia ad emissione di positroni) e della Tac (Pet/Ct) permette di scegliere il trattamento più appropriato in modo accurato tanto quanto permesso dalle classiche biopsie

A dimostrarlo è uno studio pubblicato da Sörensen e colleghi sulla rivista Theranostics.

Le partecipanti – 16 donne in trattamento per un tumore al seno già in metastasi: 12 positive per HER2 e 4 HER2-negative – sono state sottoposte a una Pet/Ct utilizzando un nuovo mezzo di contrasto (ABY-025 Affibody) marcato con gallio-68.

Lo scopo delle analisi era valutare i livelli di HER2 nelle metastasi e confrontare i risultati delle misurazioni effettuate mediante Pet/Ct con quelli ottenute mediante biopsie.

Al momento, infatti, i livelli di HER2 vengono valutati mediante biopsie di fegato, ossa e altri organi che potrebbero essere colpiti da metastasi del tumore al seno; in questo modo è possibile cercare di salvare la vita delle donne HER2-positive sottoponendole a trattamenti che, oltre ad essere inutili in caso di negatività a HER 2, sono anche molto costosi.

E’ stato così dimostrato che la metodica basata sull’uso della Pet/Ct permette di misurare i livelli di HER2 nelle metastasi in modo accurato. I ricercatori hanno inoltre scoperto che spesso l’espressione di HER2 nelle metastasi è diverso da quello rilevabile nel tumore al seno da cui derivano (il tumore primario).
Misurarla in quest’ultimo potrebbe quindi portare a una valutazione non corretta e a scegliere una terapia non appropriata.

Nel prossimo futuro”, ipotizza Sörensen, “il nuovo metodo potrebbe sostituire il ricorso a biopsie invasive”.
Ora i ricercatori stanno pianificando uno studio più ampio per confermare i risultati in un gruppo più ampio di pazienti con l’obiettivo di diffondere l’uso di questo nuovo approccio.


Foto: © Voyagerix – Fotolia.com
Fonte: Uppsala Universitet

Tipsby Dea

Invasivo oppure no?

Il tumore al seno può essere invasivo o non invasivo. Fanno parte della prima tipologia i carcinomi duttali, lobulari, tubulari, papillari, mucinosi e cribriforme. Sono, invece, non invasive la neoplasia duttale intraepiteliale (DIN, carcinoma in situ) e la neoplasia lobulare intraepiteliale (LIN).