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Come aumentare il seno senza rischi con le protesi al poliuretano

Quelle al poliuretano sono protesi garantite a vita. Scopri i loro vantaggi dal punto di vista dei rischi per la salute!

Quelle al poliuretano sono protesi garantite a vita. Scopri i loro vantaggi dal punto di vista dei rischi per la salute!

Oggi in chirurgia plastica gli interventi più richiesti sono, insieme alla liposuzione, quelli al seno.

Nell'opinione pubblica continuano però a serpeggiare di tanto in tanto dubbi sulla sicurezza delle protesi utilizzate per aumentare la taglia del décolleté.

Non solo, l'esperienza di tutti i giorni ci dimostra come sia possibile ritrovarsi di fronte ad un risultato grottesco, quando lo scopo da raggiungere dovrebbe essere un altro.

La chirurgia estetica può valorizzare ciò che di bello hanno le donne senza scadere in eccessi, tenendo prima di tutto conto del benessere e della salute della paziente

A renderlo possibile sono le nuove protesi mammarie oggi a disposizione, caratterizzate da performance sempre maggiori.

A parlarcene è Marco Moraci, specialista in chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica e ricercatore all’Università di Napoli.

Attualmente, ci spiega Moraci, le protesi a disposizione sono essenzialmente di due tipi: quelle più “classiche”, in silicone, e quelle che al loro interno contengono sempre un gel al silicone, ma che esternamente sono rivestite da un foglietto in poliuretano.

Queste protesi sono esattamente identiche per composizione forme e dimensioni a quelle al gel di silicone”, sottolinea l'esperto. Perché, allora, preferirle?

Il poliuretano aderisce meglio ai tessuti”, spiega Moraci. Ed è qui ad entrare in gioco, preponderante, il benessere della paziente.

Infatti, quando si inserisce una protesi, si forma una cicatrice fisiologica (la cosiddetta capsula periprotesica) che permette alla protesi di aderire ai tessuti circostanti e di stabilizzarsi.

Nel seno c'è una contrattura, un ispessimento patologico che negli stadi più avanzati può portare alla richiesta di un intervento per evitare, ad esempio, una calcificazione”.

I sintomi con cui ci si ritrova alle prese in un caso come questo sono rigidità, dolore e modificazioni del seno, ma mentre evenienze di questo tipo si verificano nel 7% circa dei casi in cui vengono utilizzate le protesi classiche in silicone, la loro incidenza si riduce a meno dell'1% dei casi in cui vengono utilizzate le protesi al poliuretano.

Inoltre il profilo di sicurezza delle protesi al poliuretano è elevatissimo, e gli studi scientifici condotti fino ad oggi dimostrano che non sono pericolose.

Come sottolinea però Moraci “necessitano di esperienza e precisione da parte del chirurgo per essere impiantate, in quanto sono molto difficili da riposizionare in caso di errore”.

Per rimuoverle è infatti necessario un intervento demolitivo che danneggia inevitabilmente il parenchima mammario; per questo una protesi al poliuretano è da considerare una protesi a vita, così come la sua garanzia.

D'altra parte, l'uso delle protesi al poliuretano riduce anche il rischio di dislocazione del seno, il motivo principale per cui le pazienti tornano dal chirurgo per sostituire le protesi.

Il foglietto esterno di poliuretano, infatti, rende la protesi un tutt'uno con la gabbia toracica, “quindi”, assicura Moraci, “il seno non casca”.

L'uso di queste protesi è leggermente più costoso rispetto a quello delle alternative in solo silicone. Tuttavia, per queste loro caratteristiche oggi vengono utilizzate non solo per le sostituzioni (per le quali sono state inizialmente pensate), ma anche in chirurgia primaria.

E se qualcuno avesse sentito accusare il poliuretano di essere tossico o cancerogeno, la sua assoluzione sembra definitiva. “E’ una questione superata già da trent’anni”, ci rassicura Moraci. “Non esiste neanche uno studio scientifico che dimostri il contrario”.


Foto: © branislavp – Fotolia.com