Psiche
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Autoipnosi: cos'è e a cosa serve

L’autoipnosi è una tecnica meditativa che permette di lavorare su se stessi. È indicata per trattare una molteplicità di disturbi, scopriamo come.
 

L’autoipnosi è una tecnica meditativa che permette di lavorare su se stessi. È indicata per trattare una molteplicità di disturbi, scopriamo come.
 

L’autoipnosi è una tecnica che permette di conoscere la parte più profonda di se stessi. Nota fin dall’antichità, nel corso dei secoli è stata oggetto di svariati studi.

Praticata correttamente e con costanza, permette di apportare notevoli benefici all’organismo e può avere vari campi d’intervento. 

Cos'è l'autoipnosi?

Quando si parla di autoipnosi, si fa riferimento ad un tipo di ipnosi autoindotta, a volte anche regressiva. L’ipnosi, di per sé, è un fenomeno che coinvolge corpo e mente e che porta il soggetto coinvolto a rilassarsi completamente, favorendo contestualmente l’aumento delle sue funzioni cognitive.

Chi è sotto ipnosi, di fatto, è come se si trovasse in uno stato di sonno profondo. Tuttavia, la persona riesce a comunicare, ad entrare in contatto con il proprio inconscio e, volendo, anche a lavorare su se stesso.

Attraverso l’autoipnosi, quindi, un individuo può ipnotizzare se stesso, rilassarsi completamente e venire a contatto con la parte più profonda di sé, fino a comprendere e modificare determinati propri comportamenti non funzionali.

Quali sono i benefici dell'autoipnosi

Molti studiosi considerano l’autoipnosi l’unica forma di ipnosi veramente libera, dal momento che questa pratica non prevede alcuna interazione con un soggetto esterno.

I suoi benefici sono molteplici: se praticata correttamente, infatti, permette di trattare una vasta sintomatologia. È indicata, ad esempio, in caso di ansia, stress, fobia, insonnia, attacchi di panico e disturbi da stress post-traumatico. Alcuni specialisti, inoltre, la consigliano anche in presenza di determinati stati depressivi, per trattare particolari manifestazioni ossessive e per aumentare la propria autostima.

Meditazione e autoipnosi

Foto Katarzyna Białasiewicz © 123RF.com

Come si esegue l'autoipnosi

Esistono varie tecniche di autoipnosi, anche se tutte fondamentalmente si basano su un concetto analogo: concentrarsi profondamente su una singola idea, parola o immagine. Questo, infatti, permette di rilassarsi completamente per poi entrare in contatto con la parte più profonda di sé fino, in alcuni casi, ad andare in trance. Concretamente, quindi, va bene fissare un punto specifico, visualizzare qualcosa o concentrarsi sul proprio respiro rilassando le singole parti del proprio corpo.

Volendo fare degli esempi, il metodo Benson propone di focalizzarsi su un’unica idea, con gli occhi chiusi, in un luogo tranquillo e per un periodo di tempo limitato e specifico. Questo modello di autoipnosi, inoltre, fa riferimento anche a dei metodi utilizzati per le pratiche di meditazione delle discipline orientali.

L’autoipnosi ericksoniana, invece, prevede di concentrarsi su un aspetto negativo di sé, trasformandolo in un’immagine visiva che diventa via via positiva durante la meditazione.

L'autoipnosi funziona davvero?

Per poter ottenere dei risultati concreti è necessario praticare l’autoipnosi in modo corretto, con continuità e costanza. Ci si deve focalizzare su un obiettivo specifico, adottando la tecnica migliore in base alle proprie esigenze.

Questa forma di meditazione non può essere risolutiva per ogni possibile problematica, ma si può considerare un valido aiuto per varie forme di difficoltà comportamentali.

Foto di apertura dotshock © 123RF.com