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Come funziona la tecnica della lucidatura a gommalacca

Hai ritrovato in soffitta un vecchio mobile che vorresti restaurare? Scopri come funziona la tecnica della lucidatura a gommalacca, che serve a ridare splendore ai mobili. 

Hai ritrovato in soffitta un vecchio mobile che vorresti restaurare? Scopri come funziona la tecnica della lucidatura a gommalacca, che serve a ridare splendore ai mobili. 

Lucidare con la gommalacca i mobili è un’arte antica che solo i restauratori ed ebanisti più esperti sanno praticare con perizia. Applicando questa tecnica si riporta la superficie del mobile a risplendere. La gommalacca, infatti, è una resina naturale che permette di ottenere una lucidatura straordinaria.

La gommalacca penetra nel legno permettendo alla luce di arrivare in profondità: in questo modo vengono messe in risalto tutte le venature e le radiche che rendono ogni legno particolare, diverso e unico nel suo genere.

La gommalacca può essere applicata seguendo diversi metodi: a pennello, a tampone o a spruzzo, anche se di solito per applicare la gommalacca si tende a usare il tampone.

Ogni lucidatore o restauratore ha un metodo personale per realizzare un tampone e non esiste un modo giusto o sbagliato per crearlo. Si può ad esempio costruirne uno usando come parte interna della lana e come parte esterna della stoffa in cotone: è importante che la lana non rilasci pelucchi e che il cotone sia morbido.

Prima della lucidatura è importante preparare il fondo in modo da ottenere un risultato estetico eccellente: il mobile deve essere sverniciato usando uno sverniciatore in gel e una lana di acciaio grossa.

E’ meglio evitare di sverniciare il mobile con carte abrasive aggressive altrimenti si rischia di rovinare la base. Dopo la sverniciatura va passato su tutto il mobile uno straccio per eliminare gli eventuali residui di vernice e si procede con il dare la prima mano di gommalacca usando un pennello.

Questa fase è importante per preparare al meglio la superficie del mobile: a questo punto va passata la carta abrasiva e la paglietta sintetica per rasare il cosiddetto pelo del legno, cioè l’insieme delle fibre del legno stesso.

Se infatti si tocca la superficie del mobile, si riesce a sentire che è ruvido: ecco perché la prima mano di gommalacca non permette alla luce di riflettersi correttamente.

E’ necessario rasare il pelo del legno per eliminarlo definitivamente dalla superficie e solo una volta effettuata questa posizione si passa alla lucidatura a gommalacca vera e propria.

Questa ulteriore fase consiste nell’ingrassatura, cioè nella stesura della gommalacca con il tampone sulla superficie del mobile. Si procede poi con l’oliatura: in pratica si usano alcune gocce di olio paglierino per fare scorrere meglio il tampone sulla superficie soprattutto quando si sente una leggera resistenza.

Si passa poi alla finitura che consiste nel riempire bene i pori del legno con movimenti circolari: si usa un tampone nuovo, si smette di usare l’olio paglierino e si inizia a diluire la gommalacca con dell’alcool etilico.

Infine, dopo qualche giorno, si attua la patinatura con la cera per proteggere la gommalacca: questa fase permette al mobile di avere un aspetto patinato e morbido.

foto © stokkete - Fotolia.com