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La cementificazione sta rovinando l'Italia

La corsa al cemento sta mettendo a serio rischio il paesaggio italiano: gran parte del nostro suolo è edificato, il doppio rispetto a venti anni fa.  

La corsa al cemento sta mettendo a serio rischio il paesaggio italiano: gran parte del nostro suolo è edificato, il doppio rispetto a venti anni fa.  

Nel nostro Paese la combinazione di crescita di energia nell'atmosfera dovuta ai cambiamenti climatici, corsa alla cementificazione e dissesti idrogeologici sta letteralmente rovinando il territorio.

I danni da cementificazione sono sotto gli occhi di tutti: in meno di vent’anni il consumo di suolo è raddoppiato con la conseguenza che sono stati distrutti interi sistemi idrogeologici.

Se si pensa che milioni di abitazioni rimangono disabitate e ciononostante si continua a costruire occorre mettere un freno alle politiche urbanistiche. Infatti secondo i dati del censimento 2011 gli appartamenti che rimangono disabitati sono più di sette milioni, in pratica il 25% degli alloggi totali risultano inutilizzati ovvero circa 20 milioni di stanze sono vuote.

I dati forniti dall'Istat sono allarmanti: in dieci anni l'aumento di vuoto è stato pari al 350% e il numero degli edifici presenti sul territorio nazionale è di quasi 14,5 milioni per poco più di 31 milioni di appartamenti residenziali.

Insomma quasi un alloggio su quattro è disabitato: la Calabria presenta una quota di abitazioni vuote pari al 40%, Sicilia e Sardegna seguono con circa il 30% del patrimonio abitativo inutilizzato.

Anche in Piemonte un alloggio su quattro è vuoto, mentre in Veneto e Toscana il rapporto è di uno su cinque e quindi meno del Lazio che presenta un 22% di patrimonio abitativo non utilizzato e più della Lombardia che invece si ferma al 16%.

Dai dati del censimento 2001 emerge un realtà significativa per quel che concerne il rapporto abitanti/stanze: in molte aree gli immobili sono più degli abitanti.

In particolare nel Lazio ci sono circa 5 abitanti per edificio, in Lombardia poco meno di 5, in Toscana poco più di 4 In Piemonte poco più di 3, nelle regioni meridionali invece ci sono meno di 3 abitanti per edificio.

Ma perché in Italia continuiamo a costruire, nonostante il declino demografico e socioeconomico? La risposta è che non si costruisce più per la domanda sociale ma per gestire i fondi d'investimento e risparmio gestito: la rendita immobiliare è diventata rendita finanziaria.

Foto © Riccardo Arata - Fotolia.com

Tipsby Dea

Vani e abitanti

In varie città del sud il numero dei vani costruiti supera quello degli abitanti: a Reggio Calabria ci sono 40.000 stanze in più degli abitanti.