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Le bellezze di Villa Necchi Campiglio

Un gioiello di stile ed eleganza nel centro del capoluogo lombardo

Un gioiello di stile ed eleganza nel centro del capoluogo lombardo

Malgrado siano passati ottant’anni, Villa Necchi Campiglio non cessa di lasciare a bocca aperta i suoi visitatori. Dimora privata in stile razionalista, questa villa è l’emblema dell’opulenza d’inizio Novecento e rappresenta un’occasione, non solo per gli appassionati di architettura e arredi, ma anche per semplici curiosi, di vivere la stessa atmosfera sfarzosa della ricca borghesia imprenditoriale lombarda degli anni Trenta.

Questa lussuosa abitazione fu progettata e costruita, tra il 1932 e il 1935, dal celebre architetto milanese Piero Portaluppi e concepita come residenza raffinata e confortevole per la famiglia Necchi Campiglio, attiva fra gli anni Venti e gli anni Sessanta del secolo scorso in particolare nella produzione di ghise smaltate e in quella di macchine da cucire.

I proprietari si rivolsero poi, tra il 1938 e il secondo dopoguerra, all’architetto Tomaso Buzzi per la sistemazione dell’esterno della casa e il rifacimento di alcuni locali, in modo da ottenere uno stile d’ispirazione settecentesca, più elaborato e stupefacente rispetto a quello essenziale pensato dal Portaluppi.

Nel 2001, grazie alla donazione di Nedda e Gigina Necchi, la villa giunse in possesso del FAI, che si impegnò in un’opera di restauro; dal maggio del 2008, in seguito al completamento dei lavori, la villa è aperta al pubblico, vi si svolgono frequentemente mostre, manifestazioni, animazioni per adulti e bambini, e fa parte del Circuito delle Case Museo di Milano insieme a Casa Boschi Di Stefano, al Museo Poldi Pezzoli e al Museo Bagatti Valsecchi.

L’abitazione, strutturata su due piani e dotata di seminterrato e sottotetto, è leggermente arretrata rispetto alla strada e circondata da un ampio giardino per offrire agli abitanti e ai loro ospiti maggior tranquillità e riservatezza. All’esterno non è possibile non notare due grandissime novità per gli anni Trenta: il campo da tennis e la piscina riscaldata, che fu in assoluto la prima piscina privata realizzata in Italia.

Una volta entrati, la preziosità dei materiali e degli oggetti, la modernità dei confort (tra cui ascensore, montavivande e citofoni interni) e la bellezza degli arredi e delle opere d’arte, lasciano davvero a bocca aperta. Il piano rialzato, che aveva principalmente una funzione di rappresentanza, si suddivide in due ali che affiancano il ricco atrio: sulla sinistra vi è, infatti, un’area dedicata principalmente allo svago e comprendente un’ampia biblioteca, una veranda-giardino d’inverno e un salone, mentre sulla destra si apre una zona destinata alle funzioni conviviali, come dimostra la presenza di un fumoir e della sala da pranzo.

Percorrendo uno scalone in legno massiccio, si arriva al primo piano, dove un grande disimpegno fa da snodo per i diversi ambienti che compongono la zona notte della casa: i due appartamenti padronali sulla destra e, sulla sinistra, due locali adibiti a guardaroba e stireria, la stanza della guardarobiera e le camere degli ospiti (dette Camera del Principe e Camera della Principessa perché ospitarono, rispettivamente, Enrico d’Assia e Maria Gabriella di Savoia).

Il piano seminterrato, al quale si può accedere sia dall’atrio sia dal giardino, era un tempo diviso tra la zona dedicata al personale di servizio e alle cucine e quella riservata al divertimento dei proprietari e dei loro ospiti, con la sala da biliardo, il cinema e le docce per la piscina. Ora, tuttavia, ospita una mostra fotografica dedicata alla famiglia Necchi e alla ristrutturazione della Villa.

Nell’ampio sottotetto, invece, si trovano tre camere, un bagno e un salottino un tempo riservati alla servitù, ma che ora sono utilizzati come sede di esposizioni e conferenze.

Tra le bellezze di Villa Necchi, infine, non si può non citare la raccolta di Claudia Gian Ferrari, al piano rialzato, che annovera disegni e sculture di artisti italiani del primo Novecento (tra cui Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Giorgio de Chirico), e la collezione di dipinti e arti decorative del XVIII secolo di Alighiero ed Emilietta de’ Micheli, collocata nella Camera della Principessa al primo piano della villa.

www.casemuseomilano.it
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