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25 aprile, a Roma, un’occasione in più per ricordare

Nella capitale sono tanti i luoghi, a volte poco conosciuti, che aiutano a ripercorrere i momenti più intensi e importanti della Resistenza.

Nella capitale sono tanti i luoghi, a volte poco conosciuti, che aiutano a ripercorrere i momenti più intensi e importanti della Resistenza.

Sono passati 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale ma il 25 aprile rimane ancora una data viva e fondamentale; può essere il giorno adatto, perciò, per fare un viaggio nel ricordo e nelle imprese eroiche e avventurose dei partigiani.

A Roma sono tanti i luoghi da toccare in questo percorso ideale alla riscoperta della Resistenza partigiana durante la Seconda Guerra Mondiale.

Prima tappa è il quartiere di San Lorenzo, che fu colpito il 19 luglio 1943 da un terribile bombardamento da parte degli americani: qui una serie di lapidi, in via del Latini, in via dei Volsci e nel piazzale Tiburtino ricordano i caduti civili e i partigiani che successivamente vi combatterono. Nella vicina stazione Tiburtina una lapide con una frase di Primo Levi ricorda che da qui partivano i convogli per il campo di sterminio di Auschwitz.
 
Porta San Paolo, vicino alla piramide Cestia, fu teatro di quello che viene definito il primo evento della Resistenza italiana: qui, infatti, militari e civili, tra il 9 e il 10 settembre 1943, ingaggiarono un’incredibile battaglia per evitare che i tedeschi occupassero la città. I 600 morti sono ricordati con una targa.
 
Quindi è la volta del Museo Storico della Liberazione, in via Tasso, non lontano da piazza San Giovanni in Laterano. Il luogo è tristemente noto perché qui, durante l’occupazione nazista, dall’11 settembre 1943 fino al 4 giugno 1944, i tedeschi stabilirono la sede del carcere di sicurezza. Oltre a una notevole documentazione, il museo conserva alcune celle nel loro stato originale, quando vi venivano tenuti i prigionieri in attesa di essere interrogati o prima di essere spostati in carcere.
 
Tra via del Portico d’Ottavia e il Tevere era l’originario ghetto ebraico, il più antico dopo quello di Venezia. Oltre alla sinagoga, sono molte le testimonianze ancora intatte del passato: per esempio la chiesa di Sant’Angelo in Pescheria (vi fu costruita nel XIII secolo perché vi si facevano le cosiddette ‘prediche coatte’), o il vicolo della Reginella che dà un’idea di come fosse in origine la struttura urbana del ghetto. Qui si trovano anche molti ristoranti che propongono piatti della tradizione kosher, fra cui il brodo di pesce.
 
Ultima tappa in questo viaggio del ricordo può essere la Casa della Memoria e della Storia, a Trastevere (chiuso sabato e domenica): è sede di numerose associazioni e ha il compito di custodire testimonianze e documenti che rappresentano la memoria storica della città nel Novecento, dall'antifascismo alla Resistenza, alla guerra di Liberazione.